7.0
- Band: PARALYDIUM
- Durata: 00:50:51
- Disponibile dal: 23/08/2024
- Etichetta:
- Frontiers
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I Paralydium avevano esordito nel 2015, ma si ricorderà come fossero trascorsi ben cinque anni prima di vedere la pubblicazione del loro primo full-length, intitolato “Worlds Beyond”. L’attesa non è molto breve neanche stavolta, ma finalmente arriva il secondo album, “Universe Calls”.
La band svedese suona un buon metal progressivo, influenzato dal classico stile degli anni ’90, ed in particolare risulta fortemente debitrice nei confronti di formazioni come Symphony X e Dream Theater. Sinceramente, per questo ritorno ci saremmo aspettati uno stile un pochino più emancipato rispetto ai propri punti di riferimento, ma la nostra impressione è che non sia proprio così.
Riteniamo comunque positivo l’innesto del nuovo cantante Alexander Lycke, che va ad inserirsi molto bene in una line-up coesa e ben collaudata, dove spiccano in modo particolare due virtuosi come l’ottimo tastierista Mikael Blanc ed il chitarrista John Berg.
Proprio quest’ultimo sviluppa la propria passione per atmosfere ‘cinematiche’ e orchestrazioni in un paio di preludi, ma il pezzo forte del disco è rappresentato certamente dalla lunga suite “The Arcane Exploration”, suddivisa in due tracce separate, che insieme raggiungono i ventotto minuti di durata. Si tratta di una composizione davvero notevole, che conferma il buon livello compositivo conseguito dalla band, in grado effettivamente di esprimere un prog metal presentato molto bene, con riff decisi, straripanti assoli, intermezzi strumentali, refrain melodici e una ritmica complessa, la quale purtroppo, come abbiamo evidenziato, non brilla però particolarmente in quanto ad originalità: persino diversi passaggi pianistici, giusto per rendere l’idea, ricordano parecchio “The Accolade” dei Symphony X, ma gli esempi potrebbero essere diversi.
Riguardo alle altre canzoni, “Sands Of Time” è invece un pezzo un po’ più lineare e accattivante, per il quale infatti il gruppo svedese ha pensato di realizzare anche un videoclip, mentre niente male neppure altre due tracce come “Forging The Past” e soprattutto “Caught In A Dream”, un brano molto tecnico ma che al tempo stesso riesce ad essere di grande impatto.
In conclusione, per chi apprezza il prog metal, i Paralydium si confermano una band interessante e di buon livello. Vale però da parte nostra quanto già osservato in occasione della recensione di “Worlds Beyond”: sarebbe infatti apprezzabile un ulteriore sforzo da parte di Berg e compagni per provare ad affrancarsi un minimo dalla proprie influenze, piuttosto che cercare di replicare soluzioni ampiamente utilizzate, perchè siamo convinti che, lavorando sotto quest’aspetto, la formazione svedese potrà compiere un ulteriore e significativo salto di qualità.