voto
7.0
7.0
- Band: PARKWAY DRIVE
- Durata: 00:45:05
- Disponibile dal: /07/2010
- Etichetta:
- Epitaph
- Distributore: Self
Streaming non ancora disponibile
Parlare del terzo album dei Parkway Drive è, in un certo senso, un miracolo. Pochi anni fa nessuno o quasi ci avrebbe scommesso una lira, vista in primis la mai eccelsa personalità del progetto, nonchè l’attuale declino della moderna scena metal-core, al quale, come previsto, stanno sopravvivendo soltanto i veri "prime mover". Era insomma abbastanza lecito pensare che presto non ci sarebbe più stato spazio per quello che era nato come un passatempo per cinque giovani ragazzi cresciuti a pane e gruppi del momento. Non è stato così, però! I nostri, nonostante tutto, sono entrati nei cuori degli appassionati e, tour dopo tour, si sono costruiti un seguito invidiabile, che oggi permette loro di esibirsi come headliner anche dopo realtà stilisticamente più importanti e convincenti. Una certa perseveranza e il fatto di essere "al posto giusto nel momento giusto" hanno perciò pagato e, di conseguenza, oggi non ci si stupisce del fatto che "Deep Blue" risulti subito il solito disco dei Parkway Drive… né più, né meno. Il gruppo australiano si diverte, come al solito, ad esplorare tutti gli anfratti del metal-core degli ultimi sette/otto anni, senza però eccedere mai nè in termini di irruenza, nè di orecchiabilità. Tutto è giocato sempre sul filo dell’equilibrio, all’insegna di un sound che pesca a piene mani dai primi As I lay Dying negli uptempo, come dai Caliban per quanto riguarda le valanghe di breakdown, senza tralasciare neanche qualche riff o melodia presi di peso dal songbook dei più recenti In Flames. Un equilibrio che però non è l’elemento primario dietro la gestione delle voci, visto che queste ultime, a dispetto delle attuali tendenze, continuano a essere esclusivamente incentrate su uno screaming piuttosto corposo. Niente chorus da stadio, dunque… e, almeno questa volta, anche nessuna traccia di mega-produzioni e suoni di plastica, visto che la regia del disco è stata insolitamente affidata al producer Joe Barresi (Enslaved, Coheed And Cambria, Isis). Una scelta che ci sentiamo di approvare su tutta la linea, dato che conferisce alla band un impatto maggiore e un aspetto più adulto. Tutto sommato ispirato, anche se non propriamente impeccabile, invece, il songwriting: la ripetitività delle strutture è sempre lampante e le citazioni, come accennato, continuano a sprecarsi. Tuttavia, dopo tre full-length, è forse il caso di rassegnarsi sul fronte stilistico e di accettare i Parkway Drive per ciò che sono: buoni mestieranti metal-core, curiosamente "di successo", che questa volta sono riusciti a confezionare un lavoro che nel suo insieme è godibile. Se non cercate fiumi di originalità…