6.5
- Band: PATHOLOGY
- Durata: 00:30:04
- Disponibile dal: 25/09/2012
- Etichetta:
- Victory Records
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Al sesto disco in sette anni, i Pathology continuano la loro tradizione di album da mezz’ora spaccata. Se il precedente “Awaken The Suffering” pativa una disparità qualitativa che lo divideva in due tronconi, quest’ultimo “The Time Of Great Purification” è certamente più ragionato, nel senso che il songwriting appare più organizzato, omogeneo e – diciamolo – ispirato. Gli ingredienti della ricetta sono sostanzialmente invariati: discreta tecnica, riff pachidermici e quadrati – intenti a macinare qualunque cosa – efficacemente sostenuti da ritmiche dritte ma asfissianti; non mancano soli melodici, ben contestualizzati nello spirito decadente dell’album, né stop dovutamente funzionali alla necessità di farvi “scapocciare”. E’ implicito, a questo punto, come “The Time Of Great Purification” sia un album costruito su tempi medio-sostenuti, con uscite deflagranti – in velocità – più frequenti che in passato: pezzi come “The Everlasting Plague” (forse la più tirata del lotto) e “Torment In Salvation” (capace di citare i Cannibal Corpse mediani), affiancati da altri come “A Bleak Future” (pachidermica e deragliante, con un bel cambio di tempo) e “Corporate Harvest” (atmosfere livide), lo confermano. Le composizioni hanno tutte un carattere compatto che, per transitività, si trasferisce all’intero lavoro ma, se è generalmente vero che un’eccessiva assenza di sfumature può ledere l’ascolto, in questo caso riteniamo che tale problema sia stato evitato grazie all’assenza di “eccedenze”: i pezzi finiscono quando le idee giungono al loro compimento e questo rende l’ascolto fluido e pure divertente, presumibilmente, per gli appassionati. Di certo non ci troviamo di fronte ad una pubblicazione irrinunciabile, ma sicuramente capace di fare il suo dovere, riscattando il gruppo dalla non convincente prova precedente.