PATTERN-SEEKING ANIMALS – Prehensile Tales

Pubblicato il 27/05/2020 da
voto
7.5
  • Band: PATTERN-SEEKING ANIMALS
  • Durata: 00:55:30
  • Disponibile dal: 15/05/2020
  • Etichetta:
  • Inside Out
  • Distributore: Sony

Spotify:

Apple Music:

Ormai da anni è consuetudine dei musicisti in orbita prog avere dei cosiddetti side project, con i quali dare sfogo a velleità musicali differenti rispetto a quelle delle band principali. Pattern-Seeking Animals nasce così dalla collaborazione fra attuali e passati membri degli Spock’s Beard, arrivando al secondo album in due anni, prolificità inconsueta per un gruppo di ‘dopolavoristi’: in pratica a Ted Leonard (voce e chitarra), Dave Meros (basso) e Jimmy Keegan (batteria e voce), tutti provenienti dalla band principale, si affianca il tastierista John Boegehold, che contribuisce in maniera decisiva anche con la scrittura dei pezzi. E proprio il songwriting azzeccato sembra l’arma vincente di questo album, con un bilanciamento ottimale tra la complessità tipica del genere e l’immediatezza dei suoni. A livello di influenze possiamo dire che qualcosa degli Spock’s Beard si sente, e non potrebbe essere altrimenti, ma solo in modo marginale; qui siamo più dalle parti di un prog sinfonico che riporta a molti classici, e il nume tutelare sembrano essere soprattutto i Kansas. L’eleganza e la raffinatezza della band americana permea tutti i pezzi, che sembrano dividersi in due tipologie: alcuni più corti, semplici ed orecchiabili, altri più lunghi e intricati come nella tradizione. Tra i primi sicuramente rimarchevole “Why Don’t We Run” che, con le sue chitarre quasi western ed i fiati, può addirittura ricordare qualcosa dei Calexico; in generale, tra l’altro, l’utilizzo di trombe, violini e violoncelli, oltre a vari tipi di tastiera, rende l’album molto vario e dona un sapore folk. Della seconda specie fa invece parte “Lifeboat”, diciassette minuti di saliscendi emozionali che vanno a sviscerare diversi aspetti del prog più puro. A chiudere il disco forse il pezzo più particolare: “Soon But Not Today” è una lunga ballad che sembra scritta negli anni ’70, a cavallo tra i Beatles e, perché no?, la nostra PFM, con l’aggiunta di abbondanti dosi di psichedelia. Un disco allo stesso tempo complesso e scorrevole, grazie alle doti di musicisti al di sopra della media in un momento di ottima ispirazione.

TRACKLIST

  1. Raining Hard In Heaven
  2. Here In My Autumn
  3. Elegant Vampires
  4. Why Don't We Run
  5. Lifeboat
  6. Soon But Not Today
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.