PAUL CHAIN – Violet Art Of Improvisation 2015

Pubblicato il 27/03/2016 da
voto
8.0

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Con “Violet Art Of Improvisation” si chiude l’ultimo ciclo di ristampe che la Minotauro ha dedicato a Paul Chain. Questa riedizione si presenta come la più curata tra tutte, a partire dalla stupenda confezione digipack che racchiude i due cd protetti da un involucro cartonato. Molto suggestivo il documento pieghevole contenuto all’interno: trattasi di un’intervista agghiacciante a Ted Bunty (serial killer americano, accusato di aver ucciso oltre trenta giovani donne), condannato a morte e giustiziato sulla sedia elettrica, tenuta il giorno prima dell’esecuzione. Il disco viene pubblicato nel 1989, ma racchiude pezzi scritti tra il 1981 e il 1986, un tripudio di improvvisazioni che colpiscono nel profondo. Il primo cd contiene solamente tre brani, due dei quali davvero molto lunghi. “Tetri Teschi in Luce Viola”, con i suoi oltre trenta minuti di durata, è molto difficile da descrivere: i riff ripetuti, le atmosfere sinistre, la recitazione in sottofondo. Per chiarirci, siamo di fronte ad un mix tra space rock e doom, con un tocco di atmosfere da colonna sonora horror dei Goblin. La più corta “Emarginante Viaggio” continua sulle coordinate stilistiche del brano precedente, così come la successiva “X-Ray”, altro mattone di venti minuti che però ha il merito di mantenere sempre alta l’attenzione dell’ascoltatore. Quel tocco di elettronica, le lugubri parti vocali in sottofondo, e la maligna chitarra di Chain confezionano un brano altamente ipnotico e da trip spaziale. Si sente che dietro a queste canzoni  c’è una forte componente di improvvisazione, se ci si lascia trasportare nel sogno musicale di Chain, sembra quasi di vederlo nel suo tempio, impegnato a far fluire la musica dalla sua chitarra senza tanti pensieri o macchinazioni.  Ad accompagnare Paul in questo viaggio troviamo vecchie conoscenze dei Death SS, ovvero il bassista Claud Galley ed il batterista Thomas Hand Chaste, musicisti che svolgono degnamente il loro compito, seppure tutti i riflettori siano sempre e comunque puntati sul genio del loro leader. L’ascolto prosegue con il secondo cd, contenente i brani più recenti del disco, che risalgono al 1986. La seconda parte di “Violet Art Of Improvisation” si mostra più variegata, dalla stupenda “Old Way”, malata e sinistra, alla più elettronica e psichedelica “Hypnosis” passando per “Celtic Rain”, forse il pezzo più solare e positivo del disco con tanto di sfumature progressive rock. Decisamente suggestiva anche, “Casual Two Your Mister”,  un’improvvisazione molto cerebrale che agita l’animo con quelle sue incombenze horrorifiche.  “Violet Art Of Improvisation” rappresenta uno dei massimi picchi artistici toccati da Paul Chain nella sua lunga carriera, la sua musica non si può ascoltare distrattamente, magari su un lettore mp3, occorre invece dedicarsi totalmente ad essa, assaporare ogni passaggio, ogni atmosfera e cercare di capire il percorso mentale ed artistico con cui Chain ha realizzato queste sue opere d’arte. Una ristampa molto curata, sotto ogni punto di vista.

TRACKLIST

  1. Tetri Teschi in Luce Viola
  2. Emarginante Viaggio
  3. X-Ray
  4. Old Way
  5. Hypnosis
  6. Casual Two Your Mister
  7. Dedicated to Jesus
  8. End by End
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