7.0
- Band: PAVIC
- Durata: 00:38:56
- Disponibile dal: 24/01/2014
- Etichetta:
- Anteo Records
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Siamo sicuri che non incontreranno problemi, i capitolini Pavic, nel raccogliere recensioni positive con questo nuovo album di prossima uscita. Diciamo così perché questo loro terzo lavoro, dall’interrogativo titolo “Is War The Answer?”, ha tutte le carte in regola per accontentare critica e pubblico, mettendo sul piatto una proposta sonora fresca e piacevole, grazie ad un azzeccato mix di tanti elementi, tra i quali troviamo sicuramente bravura e buon gusto, un approccio classico ma suoni moderni, tanta energia, accostata però ad altrettanta melodia. Un mix sonoro dunque tanto potente quanto accattivante, che affonda le radici nel substrato terroso del vecchio hard rock made in USA, ma che contemporaneamente allunga anche i propri rami verso stili di metal più moderni, quali il groove metal o il post grunge. Una proposta musicale che non esitiamo a definire personale e anche relativamente originale; una proposta che ha tutto l’aspetto di una tappa finale di un preciso percorso di maturazione, iniziato col secondo album “Unconditioned”, che già si staccava dall’approccio più classico del primo “Taste Some Liberty”, e arrivato ad un punto di svolta proprio adesso, con quest’album il quale ci presenta anche un nuovo cantante, Joe Calabro, ed un nuovo batterista, Antonio Aronne. Elementi non a caso fondamentali nel sound attuale dei Nostri; sono infatti molti i frangenti in cui la band capitanata dal chitarrista Marko Pavic si affida proprio alle azzeccate linee melodiche del primo o ai potenti ritmi groove del secondo. Un esempio di questa tesi la troviamo subito nella opening track “Is War The Answer?”, lampante esempio del sound attuale dei Pavic adesso: un riffing spesso e saturo, di scuola Wylde, caratterizzato tra l’altro da un buon uso di slide e bending in vibrato e armonici pinch, si appoggia su di una base ritmica carica e nervosa, la quale traina con forza il pezzo in virtù di una dinamica veramente ottima. Un pezzo dal gran tiro e dal suono potente ed attuale, che ci mostra fin da subito una band sicuramente al passo con i tempi, andando a ricordare in più di un frangente gli Adrenaline Mob di Russel Allen e Mike Orlando. Alcuni passaggi, come la successiva “In Your Eyes”, ci rimandano almeno ritmicamente ad un hard rock più classico, chiamando in causa band quali magari i Gotthard o i Nickelback; ma è altresì vero come anche in questi (pochi) passaggi rimanga comunque presente un lavoro in fase di produzione di ispessimento del suono delle chitarre che tende comunque e sempre a mantenere il sound generale su binari più metal che hard. La ballad “Song For The Rain” ci parla ancora dei Nickelback, con il vocione di Calabro a ricordarci in maniera più marcata che nelle precedenti canzoni la tonalità bassa e melodica di Chad Kroeger. I Pavic sono diventati un band da sorprese, e quindi ci sorprendono con un’inaspettata cover dei Duran Duran: la hit della pop band di Birmingham è rieseguita qui in maniera inalterata dal punto di vista delle melodie, ma la nuova base groovy affidatagli la rende ancora più interessante dell’originale. Già a questo punto possiamo parlare senza remore di un album più che buono, ma la coppia di tracce “Strong Enough”/”Free Fall”, posta nella seconda metà dell’album, ci convince anche di più, facendoci alzare definitivamente il pollice verso l’alto. Inutile girarci intorno, questo “Is War The Answer?” dei Pavic è proprio un buon album, nel quale il gusto dell’hard più classico convive con l’urgenza e la necessità di fare qualcosa al passo con i tempi. Tra Nickelback, Adrenaline Mob e Stuck Mojo, i Pavic tornano con un album che ci convince e che consigliamo caldamente.