7.5
- Band: PAYSAGE D'HIVER
- Durata: 01:42:56
- Disponibile dal: 08/11/2024
- Etichetta:
- Kunsthall Produktionen
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Periodo particolarmente proficuo, questo 2024, per Wintherr, che dopo essere tornato sulle scene col progetto cosmico Darkspace pochi mesi fa, sigla una nuova uscita discografica anche con il suo personalissimo progetto ambient black metal Paysage D’Hiver, sorta di istituzione underground svizzera attiva dalla seconda metà dei ’90 e particolarmente apprezzata dai più puri sostenitori del black metal alla vecchia maniera.
Le dieci ‘demo’ rilasciate dal Nostro tra la fine degli anni Novanta ed il 2017, infatti, hanno segnato a modo loro un personalissimo approccio verso la materia del black metal, consolidato attraverso eterni riff senza fine, insidiosi interventi di sintetizzatori ed atmosfere glaciali che ne hanno caratterizzato lo stile con grande veemenza.
Solo in seguito, dopo oltre venti anni di attività, sono arrivati i primi full-length veri e propri (“Im Wald”, “Geister”), tentativi di associare il passato ad un presente più diretto e feroce, prima di tornare con il nuovo e terzo album, “Die Berge”, ad un rimando nemmeno troppo velato ai procedimenti inumani e sferzanti dei vecchi lavori, seguendo però un carattere più progressivo ereditato dai più recenti trascorsi.
A cancellare la ridente visione alpina di verdi vallate baciate dal sole bastano pochi minuti di “Urgrund”, feroce tempesta di neve che squarcia il cielo con i suoi toni di nero, di grigio e di bianco, pronta a trascinarci in una successione di riff dal carattere impervio e maestoso allo stesso tempo. L’impatto atmosferico di questa prima traccia è semplicemente incontenibile, e si arriverà, diciotto minuti dopo il suo inizio, al termine di questo primo episodio completamente irretiti ed inebetiti, pronti a lasciarsi travolgere da “Verinnerlichung” e la sua gelida resa oppressiva.
Se fino a questo punto si è assistito, sotto la pesante coltre ‘ambient’, a successioni ritmiche e melodiche particolarmente elaborate, arriva con “Transzendenz” il richiamo più netto alla prima discografia di Paysage D’Hiver: ognuna delle tre lunghissime parti che compongono questa canzone si basa essenzialmente su uno/due riff portati avanti fino allo sfinimento, arricchite mano a mano con pochi dettagli di gusto, capaci di creare una disorientante bruma dispersiva in cui perdersi senza minima traccia di orientamento.
Spetterà a “Ausstieg” prima, e “Gipfel” poi, riguadagnare la bussola e la via, conducendoci con una magniloquenza quasi epica verso il termine di questa immane odissea antiumana. Tutto, in “Die Berge”, si presenta ostile all’uomo: dalla durata delle tracce (secondo una media di circa quindici minuti) alla lunghezza totale del disco (si superano i cento minuti di musica), passando per le infinite ripetizioni dei motivi musicali fino alla malefica voce di Wintherr in secondo piano, così feroce e distaccata. Un album come questo sembra seguire piuttosto i tempi ciclici della Terra e dei suoi elementi, suscitando lo stesso sentimento di terrore, meraviglia ed incommensurabilità che potrebbe evocare la visione di inconquistabili vette montane in una tempestosa notte invernale.