7.5
- Band: PENDRAGON
- Durata: 00:53:10
- Disponibile dal: 03/03/2009
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Probabilmente molti di voi non conoscono i Pendragon, band britannica fra le principali esponenti della corrente new-prog d’inizio anni ’80 che raggiunsero l’apice qualitativo e popolare nei primi anni ’90 con due pietre miliari del genere come “The World” e “The Window Of Life”. Poi alcuni album discreti, ma abbastanza ripetitivi nelle sonorità proposte, avevano relegato la band ad un pubblico di nicchia nonostante Barrett e soci abbiano sempre coniugato il lavoro da studio con un’intensa attività live. Poi l’uscita di “Believe” aveva segnato una svolta decisa del proprio sound, che si avvicinava a sonorità più heavy, lasciando un po’ d’amaro in bocca ai fan di vecchia data ma reclutando nuove schiere di affezionati ascoltatori. Ora ecco il nuovissimo “Pure”, lavoro che conferma l’impronta più dura del loro sound, pur rimanendo fedeli al genere che li ha resi famosi nel mondo; questo grazie anche all’ingresso nella line-up di Scott Higham, chiamato a sostituire lo storico drummer Fudge Smith il quale, oltre a portare una ventata di freschezza alla sezione ritmica, dimostra di avere grande talento e influenze provenienti dal prog-metal. Straordinaria l’opener rappresentata da “Indigo”, brano prog al 100% che incarna alla perfezione il nuovo corso dei Pendragon con riff decisi e una sezione ritmica da applausi. La successiva “Eraserhead” invece è più vicina al sound del passato, con sugli scudi il sempre ottimo Clive Nolan alle tastiere; il capolavoro assoluto però è “Comatose”, una suite divisa in tre parti dove emergono chiaramente le influenze derivanti da Porcupine Tree e Pink Floyd. Chiusura affidata a “The Freak Show”, anch’essa debitrice del sound di Steven Wilson & Co., e a “It’s Only Me”, ballad che sembra uscita da uno dei primi lavori della band quasi a chiudere un ideale cerchio artistico. Non c’è che dire, un lavoro di ottima caratura, sicuramente non per tutti ma confezionato da quattro artisti con la “A” maiuscola; un vero peccato che una band con queste doti venga relegata a fenomeno di nicchia, ma purtroppo il prog in generale, eccezion fatta per i soliti noti, è musica per pochi affezionati. Assolutamente da avere.