8.0
- Band: PENNYWISE
- Durata: 00:39:30
- Disponibile dal: 20/04/2018
- Etichetta:
- Epitaph
- Distributore: Self
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30 anni in un secondo. Prendendo spunto dal film con Jennifer Garner, potremmo così introdurre “Never Gonna Die”, dodicesimo album dei Pennywise che celebra nel migliore dei modi il trentesimo anniversario della band, rimasta negli anni così uguale a sè stessa al punto che già dal primo ascolto la macchina del tempo ci riporta indietro ai tempi dell’omonimo debutto. Aggiugiamoci un artwork nostalgico (in cui, oltre al logo in primo piano, viene omaggiato anche “About Time”), un’assenza discografica lunga sei anni (eccezion fatta per la parentesi nostalgica di “Yesterdays”) e il ritorno all’ovile dello storico singer Jim Lindberg (sostituito nel precedente “All Or Nothing” da Zoli Téglás degli Ingite), ed ecco spiegato l’hype da parte di tutti i nostalgici dell’hc-melodico, di cui il quartetto di Hermosa Beach è da sempre tra i principali portabandiera. La lunga attesa, diciamolo subito, è stata ripagata con quello che potremmo definire come il miglior lavoro di Fletcher e soci dai tempi di “Land Of The Free”, con il giusto mix tra pezzi old-school sparati a tutto gas (“American Lies”, “Listen”, “Something New”), anthem su cui ballare e cantare a squarciagola (la title-track, “Live While You Can”, “Won’t Give Up The Fight”), e qualche parentesi più melodicamente intensa (“She Said”, “Goodbye Bad Times”) ma non per questo meno efficace, anzi. Per chi li segue da sempre è inutile aggiungere altro, ma anche per chi li avesse persi di vista a fine anni ’90 il consiglio è quello di dare una chance a “Never Gonna Die”, ovvero quanto di meglio ci si potesse aspettare dai Pennywise in versione Y2K. Come direbbe Zampetti in versione punk rocker: sole, Pennywise, e sei in pole position!