PERIPHERY – Periphery IV: Hail Stan

Pubblicato il 12/04/2019 da
voto
7.5
  • Band: PERIPHERY
  • Durata: 1:03:53
  • Disponibile dal: 05/04/2019
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: Sony

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Il nuovo album dei Periphery – il sesto, nonostante il numero romano presente nel titolo – parte subito col botto grazie all’articolata “Reptile”: dall’alto del suo minutaggio in odore di progressive classicamente inteso, la composizione si rivela un vero e proprio palcoscenico sul quale la band, capitanata dal carismatico cantante Spencer Sotelo, riesce a mostrare il livello di crescita raggiunto attraverso gli anni di attività. Si è sommersi da un caleidoscopio di note sospese fra djent, suggestioni orchestrali ed un cantato in bilico fra le parti più tirate della strofa e quelle più pulite del refrain: la base strumentale che sorregge la struttura è forte di una tensione continua che riesce a catalizzare l’attenzione nonostante lo svolgimento-fiume della partitura.
Subito però i Periphery mischiano le carte in tavola con il già conosciuto singolo “Blood Eagle”, pesante ma in grado di ammaliare per le trame di chitarristiche che affiorano dal magma quasi deathcore della canzone, attraversata da spasmi ritmici ed un senso di plumbea maestosità; si prosegue  con la devastante “CHVRCH BVRNER”, vera e propria colonna sonora per un film horror-death dalla quale affiorano nuovamente incursioni sinfoniche in grado di fornire ulteriore interesse. Si riesce a respirare grazie alle concessioni melodiche che la band elargisce a piene mani in pezzi moderni e ricchi di spunti interessanti (“Garden In The Bones” e “It’s Only Smiles”), grazie alla capacità di porre influenze elettroniche che vanno ad innestarsi nel DNA sonoro dei Periphery, fortemente ibridato ma comunque con una propria nota di fondo in grado di rendere riconoscibile l’opera organica. Se “Follow Your Ghost” pone l’accento su ritmiche meno veloci e schizofreniche, andando a parare dalle parti di un certo post-hardcore evoluto, la quadratura del cerchio arriva con “Crush”, brano che va a scomodare certi Muse per le progressioni armoniche che si presentano, ma riuscendo al tempo stesso a costruire strato su strato una scena sonora ammaliante da apprezzare ascolto dopo ascolto; “Sentient Glow” cede il passo ad una venatura hardcore moderna e melodica, la quale ben si abbina alle capacità tecniche del gruppo ed alle sue planate sulle note, prima di andare a chiudere questo “Periphery IV: Hail Stan” con “Satellites”, un brano che inizia in sordina, attraversa suoni distanti e siderali per poi prendere forza ed esplodere in un finale che è un po’ la summa della pelle che i Periphery hanno reso questa volta ancor più cangiante.
C’è sicuramente una nuova urgenza espressiva che si esplicita attraverso queste nuove frecce nell’arco del gruppo, in grado ancora una volta di riuscire a compiere un altro piccolo passo evolutivo pur mantenendo ben codificato il proprio suono : ciò non può che determinare punti a favore per “Periphery IV: Hail Stan”.

 

TRACKLIST

  1. Reptile
  2. Blood Eagle
  3. CHVRCH BVRNER
  4. Garden In The Bones
  5. It's Only Smiles
  6. Follow Your Ghost
  7. Crush
  8. Sentient Glow
  9. Satellites
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