5.0
- Band: PERPETUAL FIRE
- Durata: 00:50:19
- Disponibile dal: //2006
- Etichetta:
- Steelheart
- Distributore: Adrenaline
Dopo aver fatto vedere quello che vale nei Pandaemonium, Steve Volta, guitar hero tricolore, esce con il primo album dei suoi Perpetual Fire, band che si muove su coordinate power neoclassico in puro italian style. Se la musa ispiratrice del chitarrista non può che essere il buon Malmsteen, tutto il resto viene preso a piene mani dalla scena nazionale. Il mix di queste due influenze è, come sempre, un buon concentrato di tecnica, una sezione ritmica chirurgica, assoli strabilianti e, soprattutto, mancanza totale di feeling. Poco importa se il cantante Roby Beccalli si destreggia bene tra hookline e qualche sporadico inserto growl che richiama ad esempio band come i Norther: sono di scarso interesse anche gli inserimenti di partiture prog, tanto era scontato trovarcele. Se bisognasse dare un voto alla tecnica individuale, questo gruppo non andrebbe sotto l’otto, intendiamoci, ma se è vero che per colpire la musica deve essere fatta più col cuore e con lo stomaco che non con l’abilità manuale, allora questo “Endless World” fallisce sul nascere. Nascondere le carenze del songwriting dietro la perizia tecnica era già esercizio futile dieci anni fa, figuriamoci al giorno d’oggi quando a chiunque è consentito fare un disco e la concorrenza è davvero spietata. La cosa che dispiace è che ragazzi tanto preparati non riescano a tirare fuori un’idea originale, o quantomeno non scontata, lungo tutta la durata dell’album. Peccato, speriamo che lungo la strada riescano a trovare l’ispirazione che in questo debutto manca clamorosamente.