7.5
- Band: PERSEFONE
- Durata: 00:57:47
- Disponibile dal: 04/02/2022
- Etichetta:
- Napalm Records
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I Persefone sono il classico esempio di band che ad ogni uscita ottiene successi di critica eclatanti che non vanno mai a braccetto con affermazioni commerciali adeguate: oltre ad aver pubblicato cinque album di un livello eccelso e ad aver lavorato in passato con produttori del calibro di Jens Bogren e Logan Mader, infatti, la formazione di Andorra ha suonato anche in alcuni dei principali festival metal (Wacken, Metal Days, Brutal Assault tra gli altri), senza però mai piazzare il colpo decisivo.
L’occasione per ottenere una maggiore visibilità potrebbe essere questo nuovo “Metanoia”, che dal precedente “Aathma” dista cinque anni, durante i quali, però, i Persefone hanno dato alla luce l’EP “In Lak’Ech”, il rifacimento del debutto “Truth Inside The Shades” e, soprattutto, sono approdati su un’etichetta importante come la Napalm Records. Ci sono quindi tutte le premesse per un disco importante e, in effetti, quanto ci ritroviamo tra le mani non delude di certo le attese: non ci sono sorprese clamorose, ma ancora una volta possiamo parlare di un ibrido tra death metal melodico e progressive che si distingue per un’opulenza di soluzioni che lascia sbalorditi, suonato con la necessaria, strabiliante perizia. Ma la quantità e la tecnica, senza la capacità di scrivere canzoni, non sarebbero sufficienti: i Persefone dimostrano di avere questa dote fondamentale, senza la quale non sarebbe possibile emergere nel calderone di band che suonano questo genere e, per esempio, sfornare un pezzo come “Merkabah”, primo singolo e video tratto dall’album, il brano in un certo senso più catchy del lotto, in cui la melodicità è in perfetto equilibrio con una complessità di fondo che si scopre solo con attenti ascolti. Una differenza rispetto al recente passato è il distacco ancora più marcato tra le sferzate death e i momenti tranquilli, con questi ultimi che sono vicini alle sonorità di gruppi quali Soen e Leprous (il cui leader, Einar Solberg, ha prestato la voce in qualità di ospite nella titletrack dell’album), guarda caso band che, entrambe, hanno lavorato con l’attuale produttore David Castillo. Ma l’aspetto che rende i Persefone così peculiari e riconoscibili è la capacità di creare paesaggi che sembrano uscire da una colonna sonora, come nella maestosa “Leap Of Faith”, cinematica e ricca di orchestrazioni. “Aware Of Being Watched” è un altra canzone suggestiva, notturna e piena di intermezzi dal mood jazzato, mentre la conclusiva “Anabasis” è una suite divisa in tre sezioni che passano dal piano ad uno degli attacchi più violenti dell’album e rappresenta sicuramente un altro punto focale di “Metanoia”. Infine, vale la pena riservare del tempo per dare un’occhiata anche ai ricercatissimi testi che, attraverso una lunga serie di metafore e riferimenti filosofici, vanno a formare una sorta di concept che racconta il tortuoso e doloroso percorso dei cambiamenti che avvengono nell’animo umano.