
7.5
- Band: PERSEFONE
- Durata: 01:01:17
- Disponibile dal: 05/02/2010
- Etichetta:
- Kolony Records
- Distributore: Masterpiece
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Ottimo rientro sulle scene per l’unica band dell’universo metal proveniente da Andorra, i Persefone, già autori in passato di un validissimo disco quale “Core”. Il nuovo “Shin-Ken”, che esce per la nostra interessante label Kolony Records ed è il terzo album della formazione del piccolo Principato pirenaico, non fa altro infatti che confermare le doti compositive del quintetto in questione, proponente un thrash-death metal complesso e strutturato, infarcito di connotazioni prog, sinfoniche e (neo)classiche. La solita lunga durata del platter non deve spaventare, in quanto questa volta i Persefone hanno cercato di contenere la loro insita lungaggine espressiva e hanno diluito il concept-album grazie ad azzeccati intermezzi strumentali – i vari “The Water Book”, “The Fire Book”, etc. – atti a placare le acque prima di riprendere l’assalto sonoro e a volte onanistico dei pezzi regolari. Soli di chitarra e tastiere, a dimostrare la forte influenza che i Children Of Bodom hanno sul gruppo, scorrazzano in continuazione tra i solchi dei brani principali di un platter liricamente dedicato all’arte giapponese della guerra, ad omaggiare un Paese dove i Persefone pare abbiano un buon seguito. Dark Tranquillity, Misanthrope, Dimmu Borgir, Oceans Of Sadness e anche un po’ Orphaned Land sono riscontrabili fra i rimandi che “Shin-Ken” porta alla mente, attraverso un songwriting sapiente, profondo e accattivante, per niente timoroso di esplorare in parte anche gli ambiti folk e pop. La perizia strumentale dei quattro musicisti andorrani è indubbia ed il vocalist Marc Martins, pur preferendo uno scream a tratti troppo acido, si fa ben valere con un pulito personale ed intenso. La semi-acustica “Purify” e la roboante “Kusanagi” sono le perle di un disco che ha il suo fulcro in brani prog-death di medio-lunga durata, raramente stancanti e quasi sempre sorprendenti per intensità e vigore. Un’altra band da seguire nel sempre più vario calderone del death metal progressivo. Piacevole conferma.