PESTILENCE – Spheres

Pubblicato il 21/08/2023 da
voto
9.0
  • Band: PESTILENCE
  • Durata: 00:33:17
  • Disponibile dal: 03/05/1993
  • Etichetta:
  • Roadrunner Records

Spotify:

Apple Music:

Guardando in retrospettiva la carriera dei Pestilence e osservando cosa siano riusciti a concepire coi loro primi quattro album, in un arco di tempo piuttosto limitato – meno di cinque anni tra il primo “Malleus Malleficarum” e il qui presente “Spheres” – dà la sensazione che siano andati davvero troppo veloci per i tempi. Quando si parla di musica ‘avanguardistica’, lo si fa spesso, appunto, citando esempi di musica e musicisti che sono così avanti da diventare quasi incomprensibili per i contemporanei, se non per una sparuta minoranza. A meno di non incontrare uno di quei rari momenti favorevoli dove l’estro genialoide incontra, casualmente o quasi, i favori del pubblico, il rischio è di precorrere i tempi, lasciare un’influenza più o meno diffusa e pervasiva sulle generazioni successive, finendo però nell’immediato in un angolino. In effetti, riascoltando per bene questo capolavoro, senza sapere in principio quale sia la sua data di uscita, potrebbe sembrare qualcosa di contemporaneo, quando ormai da tempo talune variopinte contaminazioni sono pane quotidiano per un death metaller un minimo acculturato sul genere.
Ben altra impressione dovette suscitare mediamente all’epoca, nel 1993, nonostante il grande fermento di quegli anni nelle forme di death metal più tecniche ed evolute, con nomi come Death, Atheist, Cynic, Nocturnus a traghettare prepotentemente il death metal dalle paludi alle stelle. I Pestilence già col precedente “Testimony Of The Ancients” si erano spinti in una dimensione nuova e spiazzante, permeando un’intelaiatura death metal massiccia e travolgente di melodie, arrangiamenti e sensazioni vicine al prog e al jazz/fusion, in un quadro generale ancora debordante di brutalità e impeto. Quelle che comunque non difettano in “Spheres”, opera tanto colorata, colma d’estasi, ingegno e sperimentazione, quanto urgente, secca, definita e pungente per buona parte della sua durata. L’ambizione, nel caso di Patrick Mameli e compagni, era accompagnata da solide certezze, sedimentatesi con gli esaltanti capitoli precedenti e una spiccata capacità di affinare quanto di buono già prodotto. Nel caso di “Spheres”, ricompare una certa attitudine thrash nel riffing e nelle ritmiche, particolarmente agili, spigliate, mentre le tempistiche più brutali del death metal vanno leggermente in disparte, a favore di un approccio storto e inconsueto, ma fondamentalmente diretto.
La pervasività dei sintetizzatori e la loro integrazione con le modalità espressive più crude delle chitarre sono il filo conduttore della tracklist, l’integrazione e il sapore di questa commistione compongono un ecosistema unico e inconfondibile, tipico in pratica soltanto di quest’album. Per la maggioranza della durata, in “Spheres” non vi sono spazi di quiete incontaminata e di oasi di puro rasserenamento: torsioni metalliche e slanci nell’eden coesistono, moltiplicano la loro potenza espressiva, si fondono e si respingono in un turbinio di assalti conturbanti, un concentrato di idee e suggestioni difficilmente eguagliabile. Forse potevano apparire astruse e poco malleabili ai tempi, ma sentite oggi “Mind Reflections” o “Multiple Beings” sono innanzitutto degli strappi metallici esaltanti, così concrete, selvagge seppur decorate di prestazioni strumentali dettagliatissime e raffinate, con il nuovo ingresso al basso Jeroen Paul Thesseling a fornire il suo personalissimo contributo. L’urlo strozzato di Mameli non perde di efficacia in un contesto ancora più ‘esotico’ di quello di “Testimony Of The Ancients”, è perfetto e insostituibile nell’incastrarsi al formidabile impianto strumentale. Riprendendo in parte la struttura proprio di “Testimony Of The Ancients”, i Pestilence si concedono tre brevi strumentali a spezzare l’assalto metallico, offrendo poi uno spaccato di sé maggiormente mellifluo e avvolgente in una traccia che pare esulare dal contesto. Si tratta di “Personal Energy”, sognante, incantevole, virata a una rarefazione liquida che ricorda quell’emulsione di etereo e spirituale sublimata dai Cynic in “Focus”.
Il grosso dei brani mantiene invece un suo sentiero rigoroso e pieno di tumulti, shakerato verso la stranezza e l’assurdo dai solismi di chitarra, dal dinoccolarsi mai uguale a se stesso del basso e arrangiamenti di sintetizzatori che ancora oggi lasciano stupefatti, per come si inseriscono nell’impianto thrash/death con naturalezza, nonostante arrivino da un mondo lontano. La sensazione, ascoltando “Spheres”, è quella di essere di fronte a un presagio di futuro, non prossimo, lontano, avanti di tanto su quanto è considerato ‘normale’ in ambito estremo. I Pestilence stessi imploderanno di lì a breve, per riemergere solo negli anni 2000 e riguadagnare, in tempi recenti, l’autorevolezza e la classe che gli era riconosciuta. Tutta la prima porzione di carriera andrebbe ripescata e ben assimilata, per godere di un gruppo unico, imprescindibile nel ridefinire il concetto di death metal.

 

TRACKLIST

  1. Mind Reflections
  2. Multiple Beings
  3. The Level of Perception
  4. Aurian Eyes
  5. Soul Search
  6. Personal Energy
  7. Voices from Within
  8. Spheres
  9. Changing Perspectives
  10. Phileas
  11. Demise of Time
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.