7.5
- Band: PHANTOM ELITE
- Durata: 00:48:20
- Disponibile dal: 22/01/2021
- Etichetta:
- Frontiers
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Ciò che sentiamo oggi è il frutto del passato e da esso si è evoluto. Molto probabilmente è quello che viene in mente a chi conosce Sander Gommans e ne ha seguito la sua storia: dopo lo scioglimento degli After Forever, gruppo olandese che ha fatto conoscere ai più l’odierna cantante dei Nightwish Floor Jansen e dai quali sono nati gli Epica, il chitarrista Sander ha continuato ad esplorare la musica con il progetto HDK e, quando è stata l’ora di mettere on stage la sua nuova band, ha cercato tra l’Olanda e il Brasile giovani musicisti.
Le tessere che ha trovato compongono il puzzle che si chiama Phantom Elite e che, dopo “Wasteland” (il primo CD autoprodotto) ora presentano un’opera molto completa e ben rifinita dal titolo “Titanium”. Questo inizio 2021 non poteva iniziare meglio per coloro che amano il cantato impostato e teatrale, dato che la voce di Marina La Torraca spazia dal graffiato al melodico, dal lirico al rock con una tale facilità che rende chiaro come possa essere una pedina fondamentale dei concerti dell’opera Avantasia. Proprio da questa collaborazione troviamo come special guest Amanda Somerville, che si intreccia nel crescendo continuo di “Silver Lining” costruendo un ottimo binomio di timbriche. I rimandi al periodo degli After Forever sono marcati nel brano “Worst Part Of Me”, dove un altro cantante esterno, Stef Rikken, entra a far parte del risultato finale con il growl e ritornano alla memoria i confronti dei due leader Jansen (Floor/Mark). L’album in generale vive di continue montagne russe, da momenti molto ruffiani con pezzi molto orecchiabili e dai ritornelli facilmente memorizzabili (come “Glass Crown” o “Bravado”) a passaggi ruvidi, con la granitica batteria di Joeri Warmerdam che nella titletrack “Titanium” o nella canzone d’apertura “Conjure Rains” inchioda all’ascolto da subito. Sono molti i passaggi in cui Max van Esch, qui sia chitarrista che bassista, si sbizzarrisce in vari assoli che vanno via via a costruire una ragnatela di passaggi sinfonici e power, grazie anche al contributo di Koen Stam alle tastiere, sia quando suona classico (come nelle intro di alcuni brani) sia quando si lascia andare a sonorità molto più futuristiche da colonna sonora sci-fi.
I Phantom Elite sono quindi una realtà nuova che percorre strade già conosciute, ma dall’ascolto del loro “Titanium” ci si accorge della cura che hanno posto nei singoli brani, essendo ognuno un microcosmo indipendente con molti spunti al suo interno. Il gruppo ha sicuramente il merito della costruzione a tavolino del produttore generale Sander Gommans, che ha trovato eccellenti interpreti, soprattutto alla voce.