7.5
- Band: PHANTOM WINTER
- Durata: 00:46:46
- Disponibile dal: 10/11/2023
- Etichetta:
- This Charming Man Records
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Dopo un avvio di carriera fulminante, con tre dischi rilasciati fra il 2015 e il 2018, i Phantom Winter hanno deciso di prendersi il loro tempo per confezionare questo quarto capitolo in uscita per This Charming Man Records.
Un’opera ancora una volta densa, stratificata, delle tonalità fredde e cupe di un bosco durante una grigia giornata invernale, nella quale la formazione tedesca – nata da una costola degli ormai defunti Omega Massif – riversa nuovamente il proprio malessere esistenziale in una colata di suoni ruvidissimi a metà strada fra black, post- e sludge, con qualche ‘guarnizione’ a non rendere comunque meno sofferta l’esperienza d’ascolto.
Venendo subito al dunque, la differenza (minima) rispetto agli apprezzati lavori precedenti – la cui risonanza underground ha permesso al gruppo di calcare un palcoscenico prestigiosissimo come quello del Roadburn – può essere rintracciata nell’ampliamento della componente narrativa e cinematografica alla base del songwriting, che nei tre quarti d’ora di questo “Her Cold Materials” riesce sistematicamente a innalzarsi colonna sonora ante litteram di un film spettrale e disturbante, con lo stesso press-kit che – non a caso – per descrivere il contenuto della tracklist, parla di “a coming-of-age folk horror tale about an adolescent woman”.
Una proposta basata su continui saliscendi emotivi e sensoriali, quindi, fra parentesi tonanti e aggressive (basti sentire l’opener “Flamethrowers”) e lunghe digressioni strumentali e/o recitate a base di arpeggi sospesi nel vuoto, ritmiche imbastite per suscitare una trance luttuosa e spoken word dal carattere ansiogeno (sia maschili che femminili), in cui la formazione bavarese conferma le proprie doti senza scadere nell’effetto mattonata o in quello copia carbone dei vari punti di riferimento.
Scivolando a poco a poco in certe trame, preferibilmente al buio e in cuffia, è quasi impossibile non ripensare agli exploit di Altar of Plagues, Coffinworm, Cult of Luna o dei primissimi Mastodon, così come diventa difficile sorvolare sul mix di autorevolezza, carattere e fluidità dispensato dai Nostri, sempre bravi a combinare uno stile ampiamente codificato (sebbene non più così inflazionato come qualche anno fa) con guizzi interessanti e trovate proprie, vedasi le suggestioni da cantautorato mortifero di “Her Wound Is Grave” o le voci pulite che qua e là spezzano l’incedere severo e maligno dello screaming.
Tutto in “Her Cold Materials”, dalla musica alla forma, sa insomma di maturità compositiva e di visione artistica precisissima, tanto da renderne pressoché scontata la promozione. Se siete fra coloro che non si sono mai sganciati da certo catalogo Deathwish Inc., Profound Lore o Southern Lord, saprete già che i Phantom Winter possono fregiarsi del titolo di certezza; se ancora non li conoscete e cercate un album con cui nutrire la vostra disperazione, l’invito è chiaramente quello di farsi avanti.