7.5
- Band: PHOBOCOSM
- Durata: 00:35:04
- Disponibile dal: 05/13/2016
- Etichetta:
- Dark Descent
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I due anni intercorsi tra la pubblicazione del debut album “Deprived” e quella di “Bringer of Drought” sono chiaramente serviti ai Phobocosm per ispessire la loro proposta, oggi più che mai orientata su tonalità grigio genere da scenario post-apocalittico. Una colata lavica che, invece di aggredire l’ascoltatore e stritolarlo in una maglia di dissonanze e soluzioni spaccatimpani (vera e propria costante per molti gruppi del settore), punta a sommergerlo lentamente, lasciando che un substrato atmosferico dalla forte vena decadente emerga in tutta la sua ineluttabilità. Il growling titanico del cantante/bassista E.B., già visto all’opera con i Vengeful, aiuta da subito a calarsi nel mood arido e spoglio della tracklist, ma ciò che più colpisce di questa nuova opera risiede indubbiamente nel guitar working, il cui incedere richiama tanto il suono dei maestri Immolation quanto le branche più solenni dello sludge e del ‘post’ black metal degli ultimi anni. Nessuna speranza, quindi, nessuna luce in fondo al tunnel: il mondo collassa davanti ai nostri occhi al risuonare di questi quattro, lunghissimi inni, inaugurati dagli arpeggi in odore di primi Altar of Plagues dell’opener “Engulfing Dust” e scanditi da un’inesorabile successione di strappi brucianti e rallentamenti viscerali, su cui la sezione ritmica si impone per la sua efficacia e la sua ricercatezza (sentite il lavoro ai piatti di J.S.G.). Arrivati a questo punto della loro carriera, i Phobocosm si confermano insomma una realtà solida e dal background senza paraocchi, lungi dall’assestarsi su formule stilistiche troppo rigide o contorte per il gusto di esserlo. Quattro musicisti che sanno cosa significhi toccare le corde dell’animo, al servizio di un sound che invita all’abbandono e alla fine dei giorni.
