8.0
- Band: PIG DESTROYER
- Durata: 00:32:44
- Disponibile dal: 22/10/2012
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
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Il ritorno di uno degli esponenti più validi (e ormai storici) della scena grindcore internazionale desta sempre curiosità e aspettative. Si preme il tasto “Play” e si rimane in attesa, per sapere che cosa Scott Hull e compagni avranno combinato questa volta. Ebbene, al termine dell’ascolto dell’atteso “Book Burner”, le succitate aspettative questa volta sono tutt’altro che deluse. Anzi. Le diciannove tracce nelle quali si dipana il nuovo disco del gruppo statunitense formano un’onda che trascina e sommerge. Circondati da un drappello di ospiti che ne hanno sempre seguito la carriera da vicino ( Kat Katz e Richard Johnson degli Agoraphobic Nosebleed, Jason Netherton dei Misery Index), i Nostri danno vita a un album fatto dei consueti brani scabri e taglienti e di altri maggiormente tortuosi e groovy. I primi all’insegna di tipiche sonorità grind – scarni, ridotti ai minimi termini e giocati parecchio su un cantato isterico, che a tratti quasi rimane soffocato in gola – i secondi invece forti di una varietà di colori più accesa e di un’espressione più vivace, nei quali emerge con prepotenza l’ormai noto bagaglio di influenze thrash che la band sbandiera sin dagli esordi. Filo conduttore è una scrittura ormai da tempo maturata, che non si spreca in banalità e che, soprattutto, appare più spontanea e dinamica rispetto a quella offerta su lavori come “Terrifyer” o “Phantom Limb”. Le chitarre mai ridondanti, con i suddetti accenti thrash, il drumming che spesso e volentieri fa da vero catalizzatore dell’emotività dei brani. Proprio in questo senso, si fa ricordare l’eccellente performance di Adam Jarvis, preso in prestito dai Misery Index e principale protagonista di un’opera che recupera con forza l’intensità, la personalità e, in particolare, la naturalezza di un album come “Prowler In The Yard”. Tutto, dal cantato alle strutture dei brani, risulta infatti più spontaneo rispetto alle ultime prove in studio: l’indole dei Pig Destroyer è tornata ad essere più marcatamente grind, l’impatto è praticamente live e il risultato finale più immediato e godibile. Anche quando Hull pare rifarsi all’ABC del thrash metal, citando ora un Kerry King, ora un Jim Durkin, gli esiti in quest’occasione sono comunque così ispirati e ben inseriti nel contesto che è dura rimanere impassibili o gridare con fastidio alla scopiazzatura. In sintesi, i Pig Destroyer sono insomma tornati a “girare” come ai vecchi tempi: “Book Burner” è la loro migliore uscita da tanti anni a questa parte e si candida ad essere uno degli ascolti più intensi di questa fine di 2012. Grind on.