7.0
- Band: PIGS
- Durata: 00:39:11
- Disponibile dal: 11/09/2015
- Etichetta:
- Solar Flare Records
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I meno attenti non sapranno chi sono gli Unsane. I meno attenti non sapranno che Dave Curran urla dentro un microfono e percuote il basso negli Unsane. I meno attenti non sapranno che Dave suona anche la chitarra. E continua ad urlare. E lo fa, dal 2008 anche in una nuova band, che non è la sostituta degli Unsane, ma un’altra band. Non tutti sanno che “Wronger” è il secondo album di questa nuova band e non tutti sanno che questo album è migliore del primo, quel “You Ruin Everything” che aveva suscitato un buon seguito e molta curiosità intorno ai Pigs. Bene, “Wronger” conferma la grande vena compositiva della band newyorchese e l’estrema semplicità con cui riescono a costruire canzoni semplici, dirette, rumorose e che fanno male. I fantasmi degli autori di “Occupational Hazzard” si paventano nella voce di Dave, nelle ritmiche e nei riffs acidi e taglienti. Potrebbe essere un problema. Potrebbe essere carenza di originalità, mancanza di personalità, vena creativa che si sta esaurendo. Non è tutto questo. Anzi è il contrario: che ci siano presenze ectoplasmatiche degli Unsane, come di Shellac ed Helmet (quelli di “Meantime” e “Betty” per intenderci) è cosa buona e giusta. Da qui i Pigs divorano tutto, masticano, deglutiscono ed infine vomitano un nuovo bolo di acido e maleodorante noise molto personale ed alquanto fetido e viscerale. L’iniziale e rumoristica “A Great Blight” è una fastidiosa litania di accordi dilatati che fa sorgere una certa ansia. Si prosegue con “The Life In Pink” dove un incedere forse ammiccante i Melvins più solari la fa da padrone ma è il groove che fa la differenza. Una canzone costruita su un accordo di chitarra, un basso pulsante ed una batteria che con il suo monolitico ed imgombrante incedere caratterizza il pezzo e lo rende quasi anthemico. “Amateur Hour In Dick City” ha la sfrontatezza ed il piglio degli Zeke più sporchi e drogati. “Mope” è un pezzo più articolato che si sviluppa su concentrici ‘stop and go’ e parabole minimali che i più melodici Oxbow o i meno lisergici Jesus Lizard avrebbero voluto scrivere. “Mouth Dump” è un intermezzo scherzoso dal sapore country con banjo ,batteria ed una voce narrante che serve per dare un po’ di respiro prima che i Pigs continuino a mietere vittime con la caustica e poderosa “Make Sure To Forget”, testimonianza che questo “Wronger” ha ben poco di sbagliato. Se non fossimo abbastanza soddisfatti di quanto finora ascoltato, il trio newyorchese ci regala, anche grazie alla carismatica Julie Christmas (voce delirante di Made Out Of Babies e Battle Of Mice) una perla di rumorismo rock di alta classe, selvaggio, violento e sofferto. Un lavoro questo, che non denota grandi evoluzioni o sperimentalismi, ma che si apprezza per la grande semplicità e concretezza emotiva. I Pigs hanno creato un buon album dove non sempre l’originalità è segno di qualità. Quest’ultima la si raggiunge anche con poche cose e nel rock a volte personaggi come i Pigs sanno come usarle per fare renderle al meglio. Basta avere molta passione, amare il noise rock ed essere parecchio incazzati con il mondo. Per ora gli Unsane non ci mancano.