8.0
- Band: PLANES MISTAKEN FOR STARS
- Durata: 00:39:07
- Disponibile dal: 01/11/2024
- Etichetta:
- Deathwish Inc.
Spotify:
Apple Music:
Poiché la band non ha mai avuto molto spazio sulle nostre pagine, è doveroso fare una breve introduzione su chi erano (e chi sono tuttora) i Planes Mistaken For Stars: il gruppo nasce in Illinois nel 1997 per iniziativa del cantante e chitarrista Gared O’Donnell, quasi subito sposta in Colorado e, tra il 2001 ed il 2006, rilascia tre album che ottengono i favori della critica, tanto che il quartetto si guadagna, su alcune riviste di settore, definizioni come “la formazione post-hardcore più pesante che esista” e “uno dei pochi in grado di mescolare metal, hardcore, punk e post-hardcore con risultati così eccelsi“. Nel 2010 uno scioglimento, con la ripresa delle attività due anni più tardi, fino alla realizzazione del quarto disco nel 2016 e all’annuncio del decesso del leader O’Donnell nel 2021, che sembrava aver messo la parola fine alla carriera degli americani.
A settembre, a sorpresa, viene invece annunciato l’arrivo di un nuovo capitolo di questa avventura, verosimilmente quello conclusivo, con la pubblicazione di “Do You Still Love Me?”, contenente le ultime registrazioni eseguite da O’Donnell prima della sua scomparsa, musica scritta quando già era malato di un cancro all’esofago e che quindi rappresenta il suo testamento.
Ciò che ne esce è una manciata di pezzi pieni di vitalità, anche se potrebbe sembrare un controsenso, ma anche struggenti, a partire dall’angosciante apertura di “Matthew Is Dead” (“Matthew is dead/And we all think we’re next“), chiaro riferimento alla morte di Matt Bellinger, ex componente suicidatosi nel 2017. Il denominatore comune è sicuramente la lucida consapevolezza con la quale le canzoni sono state composte, e questa urgenza è presente un po’ ovunque ma, partendo da basi post-hardcore, ciascun brano va parare in un luogo diverso, rendendo l’insieme variopinto nella sua compattezza.
La spigolosità del passato, quella di “Mercy”, riemerge solo a tratti, per esempio in una “Fix Me” che ricorda i Cave In più ruvidi, ma viene compensata da una diversificazione mai così evidente: “Arrow” sa di americana, “Run Rabbit Run” ci presenta una versione ipervitaminizzata del primo Nick Cave, “Punch The Gauge” è un curioso ibrido tra Converge ed Afghan Whigs, mentre “Modern Logic” riporta alle morbide atmosfere degli Screaming Trees. Citazioni doverose e che potrebbero continuare a lungo, funzionali solamente a rendere l’idea del caleidoscopio di suoni contenuti in questi quaranta minuti di musica, frutto del talento e della determinazione di un artista che ci ha lasciato troppo presto.
Quella dei Planes Mistaken For Stars è una storia sfortunata che, per qualche strana congettura, in pochi conoscono: uno dei molti casi in cui è lecito chiedersi cosa sarebbe potuto essere eppure non è stato. Si tende a diffidare di operazioni di questo tipo, ma “Do You Still Love Me?”, straziante e genuino, esula da logiche di mercato speculative e per molti può rappresentare il punto di partenza per recuperare l’operato di una band che avrebbe meritato molto di più.