PLANKS – Perished Bodies

Pubblicato il 25/10/2015 da
voto
7.5
  • Band: PLANKS
  • Durata: 00:49:41
  • Disponibile dal: 11/09/2015
  • Etichetta:
  • Golden Antenna

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Quarto ed ultimo album per i tedeschi Planks. Ultimo perché “Perished Bodies” esce postumo, la band infatti pone fine alla propria esistenza nel 2014 quando le canzoni di quest’opera erano solo embrioni di rumore oscuro e mutante. La carriera dei Planks è stata intensissima, in poco meno di otto anni hanno fatto uscire quattro album ed hanno collaborato con numerose altre band in split album, tra cui uno con gli americani Tombs. Anche il loro suono ha avuto evoluzioni intense, dallo sludge venato di black post moderno del primo album sono passati ad un impianto sonoro cangiante, etereo a tratti, sempre con bordate virulente ed oscure di rumore liquido tanto care a certo post hardcore di matrice svedese. “Perished Bodies” è un’opera che cambia ad ogni ascolto, un album che mette l’accento sull’evoluzione, o meglio sul cambiamento subito dai Planks durante la loro carriera. “Perished Bodies” è il suono che cambia in divenire, che crea nell’ascoltatore diversi stati di alterazione emotiva, malinconia, rabbia, desolazione, odio, speranza, sensazioni che a volte possono sopravvivere anche in un‘unica canzone. Esempio è “Nothing Will Ever Change”,  manifesto sonico dei tedeschi, e tutte le nove tracce che decantano questi corpi distrutti sono colonne sonore di estrema bellezza oscura che avvolge, con un abbraccio desolante, la solitudine di ogni essere umano, come accade ad esempio in “Into Lifeless Embrace”. I retaggi sludge black degli esordi si percepiscono ancora ma sono messi alla prova e piegati in favore di una dinamica percussiva e ritmica che ricorda il liquido divagare dei primi Callisto tra alti e bassi, tra sussurri ed urla, tra silenzi e melodie drammatiche. Un basso tellurico introduce “She Is Alone” insieme ad una soave voce femminile, e la mente viaggia verso quel gothic d’avanguardia che i Celtic Frost prima e Triptykon dopo hanno codificato nel loro genoma musicale. Quello che trasmette la musica contenuta in questo piccolo gioiello  è una sensazione di estrema desolazione, un pugno nello stomaco che genera lacrime di dolore non fisico ma psicologico per chi lo ascolta, ma anche per chi lo ha creato. Questo album può essere stata una terapia per la band, la composizione stessa potrebbe essere servita per tirare fuori demoni interiori che avrebbero avuto conseguenze devastanti per la loro esistenza. In sostanza la musica dei Planks è formata da substrati di musica desolante e depressiva dove la solitudine delle frequenze basse s’incontra con la magmatica progressione di riff circolari, cupi ed oscuri . Un mare di negatività e forse speranza. Resta solo il rammarico che ora i Planks non ci siano più. Il loro miglior album.

TRACKLIST

  1. The Sacrifist, Pt.I (Through Dirge and Death)
  2. Nothing Will Ever Change
  3. Into Lifeless Embrace
  4. She Is Alone
  5. Bliss in All Sorrows Found
  6. Only Now
  7. Perished Bodies
  8. Sadness in Our Ignorance
  9. The Sacrifist, Pt.II (What Does Walking Away Leave Us?)
3 commenti
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