7.0
- Band: PLUGS OF APOCALYPSE
- Durata: 00:33:50
- Disponibile dal: 28/04/2017
- Etichetta:
- This Is Core Music
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Il deathcore sembra iniziare a stare stretto a molti, di questi tempi. Dopo il brusco colpo di testa dei principi assoluti della scena, i Suicide Silence, con quella che si è rivelata essere la disfatta più sonora del 2017 in ambito metal (finora, ovviamente), tocca ai capitolini Plug of Apocalypse (POA, per gli amici), mescolare le carte in tavola e ricominciare da zero. La band romana, dopo aver prodotto due album di puro deathcore nudo e crudo, anche con risultati discreti a parere di chi vi scrive, hanno deciso di fare tabula rasa e di buttarsi a capofitto in una nuova avventura, mettendosi completamente alle spalle breakdown, chitarrone e pig squeals in favore di un morbido e patinato metal radiofonico di stampo gothic, dalle varie influenze, passando dal symphonic all’industrial. Prima di mettersi le mani ai capelli e farsi prendere dal panico, però, consigliamo all’ascoltatore di dare una possibilità a questo “Deeper Than Hell”, perché i ragazzi sembrano davvero avere delle buone frecce al loro arco, andando a trarre ispirazione da un certo filone gothic/industrial di stampo teutonico sulla falsariga dei Crematory, ma decisamente con cognizione di causa. Il lavoro procede liscio e senza intoppi dall’inizio alla fine, caratterizzato da una gustosa commistione tra inserti electro, orchestrazioni suadenti, duetti voce maschile/femminile, ma senza comunque dimenticare una dimensione in tutto e per tutto metal, con chitarre in primo piano, ritmiche aggressive e parti in screaming. Le architetture dei pezzi, oltretutto, scorrono fluide e lineari, facendo trasparire una band che sembra essere più a proprio agio di quanto ci si aspetterebbe da un gruppo alla prima esperienza su disco con un nuovo tipo di sonorità così antitetica rispetto al passato (per farvi un’idea, vi consigliamo di spulciare il singolo “Tears” oppure l’emo sinfonico di “All Over Again”, entrambi pezzi-manifesto del sound dei POA’17) . Per una volta, un passo rischioso come un cambio di rotta di questo tipo si è rivelato, alla fine delle fiera, essere una buona cosa, data la bontà di questa ‘seconda opera prima’ dei nostri .Il nuovo corso dei romani si preannuncia interessante, staremo a vedere se anche il pubblico apprezzerà.