7.5
- Band: PONTE DEL DIAVOLO
- Durata: 00:47:00
- Disponibile dal: 9/12/2024
- Etichetta:
- Time To Kill Records
Spotify non ancora disponibile
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In un 2024 ricchissimo di belle uscite, ci sentiamo di affermare senza troppa tema di smentite che per il metal di casa nostra è stato l’anno dei Ponte del Diavolo. La band torinese ha presentato a febbraio l’ottimo “Fire Blades from the Tomb” (ne avevamo parlato qui), confermando di essere all’altezza di un debutto su Season of Mist e consacrandosi in pochissimo tempo come la nuova realtà italiana da tenere d’occhio. Da allora è stato un rapido susseguirsi di recensioni entusiastiche, concerti e festival, culminati con l’invito al Roadburn – affidabile cartina al tornasole dell’aria che tirerà sulla scena underground, oltre che notevole hype-detector.
Il crescente interesse verso la band ha riacceso i riflettori sulle sue pubblicazioni precedenti, tre EP ormai piuttosto difficili da reperire in formato fisico: “Mystery of Mystery”, registrato live nel 2020 presso i Dracma Studio di Torino; “Sancta Menstruis” e “Ave, Scintilla!”, due lavori più ‘canonici’ incisi tra fine 2021 e inizio 2022. Operazione sensata e auspicabile, quindi, quella di Time To Kill, che decide di ripubblicarli tutti in un’unica raccolta, disponibile in una grande varietà di formati e con il plus di una raffinata veste grafica.
Significativamente intitolata “Tre”, l’uscita propone in sequenza i tre EP, ciascuno composto a sua volta di tre brani, remixati e rimasterizzati per l’occasione da Marco Mastrobuono presso il Bloom Recording Studio. Oltre all’occasione di recuperare le pubblicazioni in vinile o in cassetta, quindi, la raccolta offre anche un’esperienza d’ascolto interessante, che consente di seguire l’evoluzione dei Ponte del Diavolo dai loro primi passi fino alla firma con una delle etichette più prestigiose del settore. Cercheremo di seguire quest’ordine anche nel presentare le tracce a chi non le conosce già.
Partiamo con “Mystery of Mystery”, il primo e il più peculiare atto di questa trilogia. Unico dei tre EP ad essere stato registrato dal vivo, spicca per il finish ‘sporco’ e istintivo enfatizzato dall’assenza di editing. È un lavoro viscerale, ancora un po’ grezzo, che tuttavia presenta già tutti gli elementi-chiave della proposta dei Ponte del Diavolo: i due bassi, le sonorità abissali, il carisma solo apparentemente scomposto di Erba del Diavolo dietro il microfono. È forse l’uscita più ‘black’ della combo torinese, in cui si intravede la possibilità di uno sviluppo sbilanciato verso la componente metal. Saranno invece i lineamenti punk, doom e new-wave che già emergono sotto questa coltre di cenere e magia nera, a rendere davvero riconoscibili i Ponte del Diavolo, come si nota nelle due uscite successive.
Il sound che conosciamo oggi, infatti, è già presente in una forma piuttosto chiara in “Sancta Menstruis”. La cura riposta nella poderosa sezione ritmica, che già spiccava con forza in “Mystery”, è qui pienamente apprezzabile, complice anche l’abbandono della presa diretta. Le linee vocali, dalle litanie ossessive di “I” e “The Wickedest Woman in the World”, si fanno più strutturate e fantasiose. In “The Unborn” si fissano i presupposti per una hit o comunque per un pezzo davvero memorabile, di quelli che ti porti a casa da un concerto. “Un Bacio a Mezzanotte” non è una cover del Quartetto Cetra, ma una sorta di tributo, dissacrante e un po’ perverso, a un grande successo della canzone italiana.
E forse proprio l’elemento ‘italiano’, nel sound e nelle atmosfere, è il tratto che più e meglio evolve in “Ave, Scintilla!”. I due singoli (quasi persecutori, per la loro capacità di entrare nella testa dell’ascoltatore) hanno un quid squisitamente mediterraneo, in cui risuona l’eredità dell’horror rock e del black metal gotico che hanno allungato le loro ombre sulla Penisola tra gli anni Ottanta e Novanta: “Vivo solo dove Dio non c’è”, un verso semplicissimo e penetrante, ripetuto sul frullo spaventoso delle ali nere dei due bassi, è insieme fresco e irresistibilmente vintage.
Se conoscete “Fire Blades From The Tomb”, e soprattutto se vi è piaciuto, non possiamo davvero che raccomandarvi questa nuova uscita. Se non lo avete ancora ascoltato… beh, potrebbe essere interessante partire da qui.