
8.5
- Band: PORTAL
- Durata: 00:43:00
- Disponibile dal: 28/05/2021
- Etichetta:
- Profound Lore
- Distributore: Audioglobe
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Se si esclude la pubblicazione di un video promozionale poco tempo fa, i Portal e Profound Lore non hanno certo sbandierato ai quattro venti la sensazionale uscita di “Avow”, sesto album in studio per il combo di Brisbane, lasciando che il suo sconvolgente contenuto parlasse da solo al momento dell’uscita. Dopo le dense sperimentazioni di “Ion” sembra che, per la prima volta, si sia deciso in qualche modo di guardarsi indietro per cercare di assemblare un costrutto sommario ed esaustivo circa quanto fatto in oltre venticinque anni di carriera, mettendo in scena uno spettacolo al solito ricco di elementi raccapriccianti e situazioni paradossali che elevano allo stato dell’Arte l’operato del tutto personale di questi musicisti. Possiamo chiarire fin da subito che il disco non contiene accenni melodici di alcuna sorta, così come non è possibile riscontrare armonizzazioni brillanti o stacchi ritmici accattivanti: il viscoso, immondo rigurgito sonoro dei Portal procede secondo logiche e dinamiche a sé stanti, del tutto indipendenti da quelle reali e capaci di creare buchi sonori e temporali da cui si diffonde come un veleno il sussurro allarmante di The Curator, portavoce surreale degli incubi metafisici che attanagliano il concept generale del lavoro. Una volta calati nella sordida atmosfera generale, non si trovano intoppi o possibili vie di fuga da un sistema inappuntabile dove convivono velocità altissime miste a rallentamenti ostinati su cui si esaltano le evoluzioni nevrotiche delle chitarre, in un concentrato di sublime follia assolutamente non replicabile. Pochi sono gli episodi dove si riesce a trovare qualche effimera forma di appiglio (“Manor Of Speaking”), ma anche in questo caso si viene affogati dai pesanti droni elettronici che pervadono progressivamente molti momenti di “Avow”, fino a diventare protagonisti assoluti in quello che sarà il secondo album pubblicato a sorpresa collateralmente a questo. Forti ormai di una produzione adeguata e perfettamente equilibrata tra definizione e sporcizia, i Portal mostrano con “Avow” tutta la loro maestria nel riuscire a dire ancora qualcosa di nuovo ed interessante attraverso un linguaggio del tutto personale elaborato e codificato con assoluta dedizione nel corso del tempo ed attraverso una discografia fino a qui inattaccabile, un percorso vastissimo che trova in questo nuovo episodio un punto di coerenza ed inventiva decisamente grandioso.