7.0
- Band: POSTHUM
- Durata: 00:45:19
- Disponibile dal: 21/09/2012
- Etichetta:
- Indie Recordings
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
I norvegesi Posthum ci presentano un buon album di black metal mesto e atmosferico, registrato con una certa cura e lontano da quelle esasperazioni sonore e concettuali tipiche di quella frangia “depressive” del genere. Insomma, niente velleità suicide o latrati senza senso, bensì un sound mellifluo e ordinato, a tratti descrivibile come un ibrido tra gli Enslaved degli ultimi lavori e gli Alcest meno zuccherosi. Clean vocals e derive prog o shoegaze non fanno parte del bagaglio sonoro dei Posthum, che invece prediligono una forma canzone più compatta e delle trame maggiormente spoglie, quasi del tutto giocato sul guitar-work dei chitarristi Jon e Martin. Il fulcro dei brani è sempre rappresentato da una cascata di note dolenti e da ritmiche tutto sommato blande, volte a dipingere paesaggi sonori malinconici, su cui lo screaming ha gioco facile nel porre ulteriormente in risalto queste atmosfere nostalgiche. Le parti prettamente black e quelle in uptempo, pur non disdicevoli, si rivelano invece poco più di un complemento: utili forse a far risaltare maggiormente le aperture più inquiete, ma, a conti fatti, abbastanza standard nel loro appoggiarsi a classici stilemi norvegesi. La tracklist, di conseguenza, assume toni allettanti quando il sound si fa placido e ad ampio respiro – merito indubbiamente del buon gusto della band a livello di melodie – mentre un po’ meno esaltanti quando le ritmiche salgono di intensità e la rabbia prende il sopravvento su tutto il resto. Comunque, grazie in primis a pezzi come “Leave It All To Burn” o “Absence”, “Lights Out” riesce a lasciare un buon ricordo nell’ascoltatore, configurandosi come un lavoro curato a livello formale e stilisticamente indovinato (perlopiù). Speriamo in un ammorbidimento della proposta per il futuro, per godere ulteriormente di quei tocchi di malinconia che oggi baciano i brani migliori dei Posthum.