6.0
- Band: POWERWOLF
- Durata: 01:06:45
- Disponibile dal: 03/07/2020
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Spendiamo non troppe parole per parlarvi della seconda compilation ufficiale della carriera dei teutonici Powerwolf, la quale si differenzia dalla precedente soprattutto per ragioni strutturali, oltre che di utilità effettiva: innanzitutto si tratta di un prodotto molto più breve, nel quale sono stati inseriti ben sedici tra gli estratti più incisivi della discografia del combo di Saarbrucken, di cui nove (i più recenti) in versione originale, mentre per gli altri sette è stato attuato un vero e proprio processo di ri-registrazione, in grado di dare una lievissima svecchiata ad un ascolto altrimenti relativamente piatto e prevedibile, per chi già ben conosce la proposta dei lupi clericali per antonomasia.
La tracklist alla fine non contiene particolari sorprese, eccezion fatta forse per il ritorno di “Saturday Satan”, che per quanto abbia i suoi estimatori non è certamente un brano tra i più inflazionati; per il resto le scelte fatte risultano abbastanza in linea con quelle che sono le tendenze dei dati odierni, e mentiremmo se non ammettessimo che avremmo avuto piacere ad avere per le mani una scaletta magari un po’ più lunga, ma che non sacrificasse letteralmente alcune potenziali perle. Con poche eccezioni, si potrebbe quasi dire che si tratti di una compilation rivolta al fan dozzinale, più che agli estimatori abituati a sviscerare gli album alla ricerca di gemme adombrate dalle hit più diffuse sui social.
Ciò è chiaramente un peccato, poiché sembra quasi che l’unica ragione valida per investire del tempo in compagnia di questo “Best Of The Blessed” sia rappresentata proprio dalle sopracitate ri-registrazioni, che pur non aggiungendo chissà cosa alle composizioni originali, riescono comunque a risultare ulteriormente di impatto; complici probabilmente gli arricchimenti e qualche accorgimento in fase di registrazione e mixaggio, oltre ad una maggiore maturità della formazione stessa.
Detto chiaramente, si tratta senza dubbio di un’operazione commerciale, volta ad enfatizzare quella che è di fatto una fase di apice per una band che macina vendite e ascolti ogni anno che passa, e che da questo momento in avanti dovrà dare prova di essere in grado di rilanciare la propria musica, evitando in ogni modo quel rischio di ridondanza che puntualmente si fa vivo quando si parla di formazioni così peculiari nelle proprie trovate stilistiche.
Concludiamo consigliandovi, se interessati all’acquisto, l’edizione limitata con il triplo CD contenente anche la registrazione del “The Live Sacrament”, anche se non si spiega la scelta di tagliare ben quattro pezzi da quest’ultimo per poi metterli a parte nel terzo disco come bonus a sè stante, e quindi assente nelle altre versioni. Abbastanza sgradevole, a parer nostro.