8.0
- Band: PRAYING MANTIS
- Durata: 00:39:04
- Disponibile dal: 20/03/1981
- Etichetta:
- Arista Records
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I Praying Mantis sono un gruppo oggi dedito a sonorità melodic rock/AOR, il cui passato, tuttavia, riporta ad un contesto ben diverso. Le origini della band risalgono infatti al 1977 (o, probabilmente, già a qualche anno prima), quando i fratelli Troy, greci di origine ma cresciuti in Spagna e poi stabilitisi in Inghilterra, formarono la band, ricevendo, nei primissimi anni di attività un importante supporto da parte del DJ Neal Kay (uno dei più importanti promotori della NWOBHM). I Nostri guadagnarono così una certa visibilità, che li portò a partecipare alla leggendaria compilation “Metal for Muthas” prima e a quella della BBC “Metal Explosion” poi, oltre ad un tour con gli Iron Maiden (band alla quale rimarranno in qualche modo sempre legati, se si pensa che la reunion dei Mantis nel 1990 avverrà con la partecipazione di Di’ Anno e Stratton, per non parlare della collaborazione di Clive Burr con i fratelli Troy nel periodo degli Stratus). Il loro primo full-length, “Time Tells No Lies”, è dunque riconosciuto come uno dei capolavori della NWOBHM, della quale non rappresentavano la frangia più heavy ed aggressiva, quanto piuttosto il suo lato più solare, melodico e guitar-oriented, per via delle splendide lead guitars e degli assoli dirompenti che caratterizzavano i loro brani.
L’inizio dell’album è – per la verità – un po’ zuccheroso, e non a caso ”Cheated” venne scelto come singolo apripista, in ragione del suo forte carattere melodico, seguito poi da una cover della celebre “All Day And All Of The Night” dei The Kinks tutto sommato ben riuscita, ma dal gusto retro ancora evidente. Solo con “Running For Tomorrow” si entra finalmente nel vivo del disco e si comincia a capire di che pasta sia fatta la band: si tratta infatti di un brano di grande effetto, fortemente intriso di sonorità tipiche della NWOBHM, dove si mette in evidenza la classe cristallina dei chitarristi, capaci di creare una perfetta e magica alchimia tra melodie e riff heavy, sorretti da una ritmica coinvolgente e trascinante. Sulla stessa scia, segue a ruota un altro bellissimo brano come “Rich City Kids”, ma non è da meno “Lovers To The Grave”, anche se qui i ritmi rallentano leggermente, al punto che, un po’ per l’uso che viene fatto delle voci, un po’ per il grande feeling chitarristico, potrebbe quasi sembrare di ascoltare qualcosa dei Pink Floyd; un brano che diventa, peraltro, ancora più affascinante per gli splendidi cambi di tempo nel finale. La tracklist prosegue alla grande con “Panic In The Streets”, una classica cavalcata NWOBHM, e “Beads Of Ebony”, brano dove torna a farsi sentire in maniera più accentuata il lato melodico del sound della band. Chiudono altri due highlight del disco: “Flirting With Suicide”, caratterizzato da una bellissima ritmica ed un ritornello catchy, e “Children Of The Earth”, a parere di chi scrive forse il brano più rappresentativo del disco, con un lavoro chitarristico a dir poco entusiasmante.
“Time Tells No Lies” è dunque un gioiellino che avrebbe meritato anche un seguito e maggior fortuna per la band. Purtroppo sappiamo che le cose sono andate diversamente, e che i Praying Mantis hanno vissuto momenti difficili per molti anni dopo di allora, tanto da giungere all’effettivo scioglimento. Quella che si riunirà nel 1990 sarà di fatto tutt’altra band, pur conservandone il monicker e pur essendo guidata sempre dai fratelli Troy. Ma, d’altronde, il tempo cambia tante cose, e ciò non toglie che si possano apprezzare i Praying Mantis anche per quello che sono oggi, a patto di evitare paragoni però con quello che è e sarà sempre il loro capolavoro: “Time Tells No Lies”. E, sul fatto che il tempo non racconti bugie, siamo perfettamente d’accordo.