5.5
- Band: PRETTY BOY FLOYD
- Durata: 00:44:53
- Disponibile dal: 01/12/2017
- Etichetta:
- Frontiers
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A quasi tre lustri di distanza dalla pubblicazione del bistrattato “Size Really Does Matter”, i Pretty Boy Floyd rilasciano un nuovo disco di inediti in cui troviamo inclusi una manciata di episodi accattivanti e di facile presa, loro malgrado ridimensionati da una longevità degna di una Big Babol colorata. Non è un mistero che, in questa occasione, Steve Summers e soci abbiano sfruttato, con la necessaria dose di astuzia, l’impetuosa ondata revivalistica che di recente ha riportato in auge l’abbagliante immaginario dei colorati anni Ottanta. In un paio di occasioni, i vivaci protagonisti danno una rinfrescata al proprio sound strizzando l’occhio al crudo glam punk di Wednesday 13 (“Feel The Heat”), puntando altresì allo sleaze rock più ruffiano dei rinati Crashdïet, con la ruffiana “We Got The Power”. Il pimpante stomp di “High School Queen” chiama addirittura in causa le gesta degli esagerati Madam X, mentre la melodrammatica “We Can’t Bring Back Yesterday” è la classica ballata strappamutande, capace di far scorrere fiumi di mascara dalle ciglia dell’ennesima ragazza delusa da un amore impossibile. Non possiamo fare a meno di sorridere dinnanzi all’autocelebrazione parossistica orchestrata dai lisi cliché narrativi di “Star Chaser” e “Girls All Over The World”; ma ancor peggio va con “7 Minutes In Heaven” e “So Young So Bad”, entrambe le quali palesano una mediocrità compositiva che ritieniamo inaccettabile per un gruppo con trent’anni di esperienza alle spalle. Lungo il percorso non mancano un paio di sorprendenti colpi ben assestati sotto il mento, perpetrati dall’incisivo mid-tempo “Run For Your Life” e dall’anthemica “Shock The World”, ottimi esempi che potrebbero servire ai PBF come spunto ideale per forgiare un prossimo (eventuale) capitolo basato più sulla sostanza che sulla forma.