• Band: PRIDE OF LIONS
• Durata: 00:55:43
• Disponibile dal: 27/01/2017
• Etichetta: Frontiers
• Distributore:

A cinque anni di distanza dalla pubblicazione dell’ottimo “Immortal”, la coppia composta dal navigato polistrumentista e cantante Jim Peterik e dall’incredibile frontman Toby Hitchcock rilascia un’opera ispirata ed ammaliante, meritevole di incastonarsi in una discografia già di per sé notevole. Sembra proprio che i fasti toccati dall’omonimo esordio e da “The Destiny Stone” siano irraggiungibili, ma al contempo non possiamo ignorare la maestria mediante la quale i protagonisti costruiscono un caleidoscopio denso di sgargianti umori e colori ereditati dall’hard rock cromato in voga negli anni Ottanta. La lezione impartita a suo tempo dai Survivor viene opportunamente aggiornata da una veste sonora  moderna e di assoluto impatto, fattore indispensabile che dona un gradevole tocco di freschezza ai brani. L’immagine di copertina ci introduce nei contenuti vivaci dell’album, caratterizzati dallo straordinario vigore palesato dalla grintosa title track e dalle incalzanti melodie vocali cucite sull’accattivante “Rising Up”. Il lato più intimo e passionale del disco viene sublimato dalla malinconica “Silent Music” e, soprattutto, dalla travolgente ballata “Everlasting Love”, dalla quale trionfano come un fiume in piena le stentoree corde vocali del bravissimo Hitchcock. La frizzante “All I See Is You” viene speziata dalle corde di un esotico violino che rievoca curiosamente i migliori Kansas, mentre “The Tell” si presenta come un regale midtempo che non sfigurerebbe affatto negli ultimi dischi incisi dai Magnum. Il palpabile dinamismo perpetrato dalla lussureggiante “Freedom Of The Night” palesa per l’ennesima volta la straordinaria abilità dei protagonisti nell’esprimersi in differenti contesti artistici. L’esclusione dalla scaletta di una manciata di episodi gradevoli come “In Caricature”, “The Light In Your Eyes” e “Faster Than A Prayer” avrebbe permesso all’opera di acquisire una maggiore rotondità, ma siamo certi che un disco come “Fearless” sarà in grado di appagare anche i palati più esigenti. Classe al cubo.