5.0
- Band: PRIMAL FEAR
- Durata: 01:15:16
- Disponibile dal: 05/06/2017
- Etichetta:
- Frontiers
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Ed arriva anche per i grandiosi Primal Fear il momento di realizzare il primo Blu-Ray in carriera, che ricordiamo è iniziata nientemeno che venti anni fa, e la pubblicazione di un prodotto simile per certi versi è la certificazione del buon lavoro fatto nelle ultime due decadi, in occasione di questo importante anniversario. Registrato in casa, tra le facce amiche di Stoccarda, “Angels Of Mercy” è anche un vero live album, il primo dal lontano “Live In The USA”, risalente ormai a sette anni fa. La prima cosa che ci colpisce, in negativo, è l’uso dello sfumato dopo ogni pezzo, elemento che smorza molto l’autenticità percepita del lavoro; non è comune infatti un live in ambito metal che separi nettamente le tracce invece di lasciare lo spazio al pubblico tra un brano e l’altro. Se questo può essere utile per dischi molto più patinati e ‘soft’ come “Act 1” di Tarja, in questo caso molta della carica viene meno, creando un momento morto ogni qualvolta finisce un pezzo; oltretutto questo artificio viene applicato anche tra l’intro ed il primo brano, cosa che spiazza quantomeno, e l’attacco di “Seven Seals” avviene fuori registrazione, con il brano già avviato che compare durante l’ascolto. E poco incisivo è il pubblico, evidentemente silenziato artificialmente, che manca nei momenti topici, come quando durante il chorus di “Final Embrace” Ralf lascia la parola ai fan ed i fan non si sentono per nulla, lasciando un buco clamoroso nel brano. Strumentalmente siamo di fronte ai Primal Fear dell’ultimo tour, sempre potentissimi e rocciosi ma quasi frettolosi, che sul palco saltano l’introduzione di “Angel In Black” (uno dei momenti più gradevoli e simpatici degli show risalenti agli anni passati), che accorciano l’inizio in crescendo di “Sign Of Fear”, ed altri dettagli apparentemente marginali ma caratterizzanti. A ciò aggiungiamo un mixaggio che premia prevalentemente la batteria, portandola ad un volume che copre i passaggi più delicati e meno roboanti, come la strofa di “Seven Seals”. La setlist è la stessa dell’ultimo tour ovviamente, con una fortissima presenza di brani dell’ultimo corso ma abbastanza equilibrata; colpisce l’assenza di “Chainbreaker”, presente dagli esordi, e di “Unbreakable Pt. 2”, ormai la traccia di chiusura ideale, ma con piacere troviamo quella “Rollercoaster” che chi vi scrive non ricorda così spesso in scaletta. A conti fatti una occasione sprecata per i Primal Fear.