8.0
- Band: PRIMAL FEAR
- Durata: 00:50:04
- Disponibile dal: 09/08/2018
- Etichetta:
- Frontiers
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Nella ormai più che ventennale carriera dei teutonici Primal Fear è difficile identificare un lavoro effettivamente mal riuscito o anche semplicemente mediocre, e non c’è da stupirsi considerando l’enorme capacità e professionalità dei musicisti coinvolti, tutti notoriamente e costantemente attivi nella scena rock/metal mondiale grazie alla loro partecipazione a un numero esorbitante di progetti diversi di indiscutibile qualità, con lavori assolutamente godibili e ben confezionati disponibili sul mercato. Parliamo quindi di vere e proprie miniere d’oro in grado di fornire pepite a qualsiasi rocker abbastanza curioso da aver voglia di esplorarne i lunghi e variegati repertori, seppur senza dimenticarsi di quella che è la band principale che ha reso famoso il nome di Mat Sinner, Ralf Scheepers e compagni.
Quest’anno, puntuale come un orologio dai tempi di “Unbreakable”, i Primal Fear immettono sul mercato il loro dodicesimo disco in studio dal semplice e altisonante titolo di “Apocalypse”, rivolto a tutti coloro che non hanno potuto fare a meno di esaltarsi con gli ultimi granitici album nati dalla mente di questi scatenati musicisti apparentemente baciati dal destino; non a caso utilizziamo questo termine poiché, sin dal lugubre e suggestivo intro rappresentato dalla breve titletrack, e dalla violenta opener effettiva “New Rise”, appare evidente che gli ottimi risultati raggiunti dalle produzioni, recenti e non, della band di Esslingen stanno per avere un degno seguito: si tratta infatti di un inizio sfolgorante e adrenalinico, in grado di fomentare adeguatamente l’ascoltatore ancora in parte ignaro di ciò che lo aspetta nei successivi cinquanta minuti. “The Ritual” e “King Of Madness” diminuiscono il livello di velocità, mantenendo però intatta la grinta e la voglia sfrenata di headbanging tramite la sezione ritmica e ai riff semplici resi alla perfezione grazie a un guitar work esente da critiche, insieme ovviamente all’immensa performance del massiccio Ralf Scheepers dietro al microfono, il quale in pressoché ogni brano sembra quasi esortarci a intonare insieme a lui. Il comparto melodico è infatti curato in maniera ottimale, e lo si può notare all’interno di una sfuriata tipicamente heavy/power alla tedesca come “Blood, Sweat & Fear”, tanto quanto nei momenti più riflessivi rappresentati da “Hail To The Fear” e, soprattutto, dalla semi-ballad “Supernova”, nella quale gli elementi orchestrali assumono un ruolo di rilievo, in grado di arricchire ulteriormente la splendida atmosfera rappresentata in uno dei migliori estratti dell’intero lavoro. La stessa “Hounds Of Justice”, che molti già conosceranno trattandosi del primo singolo rilasciato online diverso tempo fa, riesce quasi a sorprendere grazie al suo sapore molto in linea con gli standard della band, condito però da un ritornello che strizza quasi l’occhio al metal moderno, al contrario della forse un po’ più prevedibile “The Beast”, la quale si difende comunque bene grazie a una sorta di ignoranza che non guasta in un lavoro di questo tipo. Le orchestrazioni tornano a far parlare di sé nella lunga “Eye Of The Storm”, la cui evocativa ed emozionante parte centrale strumentale è riuscita, nel momento in cui abbiamo voluto chiudere gli occhi, a farci immergere in ambientazioni fantasiose e tormentate, prima di giungere alla conclusione con “Cannonball”, il cui titolo non poteva essere più azzeccato per un brano dal sapore così battagliero ed esplosivo.
Nonostante sia evidente che con quest’album i Primal Fear non avessero intenzione di inventare niente di nuovo, è impossibile non riconoscere l’incredibile capacità della band di rimanere costantemente al passo coi tempi, mantenendo però quella potenza e quella classicità che hanno permesso a Ralf e soci di ritagliarsi un posto nel cuore di un numero impressionante di estimatori; potremmo dire che questo “Apocalypse” rappresenti l’esempio perfetto di come una band dovrebbe fare a rilanciare la sua musica senza stravolgerla, mantenendo quindi intatto il proprio stile, riuscendo nel contempo a lasciare a bocca aperta l’ascoltatore grazie ad alcune soluzioni adottate che donano al prodotto un delizioso gusto moderno al punto giusto. Tutto ciò, credeteci sulla parola, rende questa band ulteriormente degna di ammirazione e rispetto, e sinceramente non possiamo fare a meno di fremere in attesa del loro prossimo tour in modo da poter gustare cotanta magnificenza metallica in sede live. Fatelo vostro senza pensarci due volte, soprattutto se avete amato i loro ultimi lavori.