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- Band: PRIMAL FEAR
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Distributore: Audioglobe
Con la pesantezza di un incudine “Black Sun” il quarto full length, se escludiamo il mini cd “Horrorscope”, dei Primal Fear irrompe nei negozi! L’alchimia del duo Scheepers/Sinner non sembra essere intenzionata a subire cambiamento alcuno e la chiara matrice Judas Priest è presente su tutte le tredici canzoni, agressive e tonanti. E’ proprio la title track a rappresentare, almeno per chi scrive, il picco di massima ispirazione: certo, è impossibile aspettarsi qualcosa di innovativo dai Primal Fear, però “Black Sun” è una canzone davvero riuscita in tutti i versanti, dalle metalliche strofe che creano un giusto pathos culminante nell’esplosivo ritornello. Il sound dell’album è graffiante, l’esperienza di Mat Sinner e la sua lunghissima carriera fanno sì che il biondo bassista si trovi a suo perfetto agio anche nel ruolo di produttore. E’ vero d’altro canto che in diversi frangenti “l’ispirazione” ai padri Tipton e Dawning è palese, ma la componente teutonica non manca: per riffs e sonorità più volte Black Sun riporta alla memoria Kai Hansen e i Gamma Ray dell’ultimo “No World Order” (“Lightyears From Home” è probabilmente l’esempio più lampante di questo accostamento), chiunque vive di pane e metal non potrà in nessun modo non apprezzare le bordate degli axe men Stefan Leibing e Henny Wolter o agli acuti dello screamer Ralph Scheepers. In sostanza, “Black Sun” non aggiunge nulla di nuovo alla discografia dei Primal Fear, è solo e soltanto un altro buon album di metal teutonico/priestiano. E la Nuclear Blast incassa tanti bei soldini…