7.5
- Band: PRIMAL FEAR
- Durata: 00:51:22
- Disponibile dal: 14/01/2014
- Etichetta:
- Frontiers
Spotify:
Apple Music:
Esistono band che hanno basato il proprio successo nella ricerca continua, nell’evoluzione costante; band animate da una insanabile vena pionieristica, band che hanno sempre cercato territori da esplorare per coloro che sarebbero venuti dopo. E poi esistono band come i Primal Fear, che, dopo aver azzeccato la formula vincente con l’album di debutto omonimo, hanno sempre mantenuto la linea ricreando ogni volta lo stesso album con lievi variazioni al tema sempre e comunque limitate. Questo è un male? No, per nulla, perchè ad ogni uscita discografica i Primal Fear tengono la linea e ci piacciono sempre come ci piacque quel “Primal Fear” uscito nell’ormai lontano 1998. Dopo questa premessa cosa aspettarci da “Delivering The Black”, il nuovo lavoro delle aquile di Stoccarda? Semplice, heavy metal classico come se piovesse, duro e tagliente, d’impatto ma con qualche apertura melodica ogni tanto. E questo è ciò che contiene questo disco. “Delivering The Black” si apre con “King For A Day”, classico brano di apertura dei Primal Fear, veloce e compatto come da tradizione, seguito poi dalla durissima “Rebel Faction”, che picchia e ferisce, salvo sollevare minimamente il piede dall’acceleratore per un break-post solo abbastanza intrigante; “When Death Comes Knocking”, singolo dell’album, è un mid tempo davvero interessante, nel quale possiamo trovare tutta la personalità della band, e che si contraddistingue per la divagazione orientaleggiante che costituisce l’ossatura dell’assolo. “Alive & On Fire” sposta l’indicatore sulla modalità hard n’heavy, ma è solo una finta, perchè la titletrack, “Road To Asylum” e “Never Pray For Justice”, che si apre al rumore di una motosega, arrivano prepotenti con il loro heavy classico tiratissimo a rimettere le cose al loro posto; “One Night In December” è una lunga suite, più di nove minuti, sulla falsariga di ciò che è stata “Fighting The Darkness”, e ben si accoppia con la delicata “Born With A Broken Heart”, nella quale possiamo trovare la The Siren Liv Kristine alle backing vocals (oggettivamente schiacciata dalla voce prepotente di Ralf Sheepers ed assolutamente ininfluente), mentre la conclusiva “Inseminoid” costituisce quella minima deviazione power metal che si può trovare in ogni disco dei Primal Fear. Il songwriting è concreto ma ispirato, la produzione è, al solito, davvero potente ma cristallina e come sempre la tecnica strumentale non si discute; Randy Black è uno schiacciasassi ma preciso come un cecchino, ed è ben accompagnato dal basso di Mat Sinner, e la coppia di asce Magnus Karlsson/Alex Beyrodt è sempre e comunque favolosa. E che dire di colui che dal vivo viene presentato come ‘The Voice of heavy metal’, mr. Ralf Sheepers? Inarrivabile, come sempre. “Delivering The Black” è il disco che tutti si aspettavano ma che nessuno avrebbe voluto diverso da questo.