7.0
- Band: PRIMAL FEAR
- Durata: 00:56:13
- Disponibile dal: 23/02/2004
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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Quinto capitolo discografico per i teutonici Primal Fear, guidati come sempre dal biondo bassista Mat Sinner e dal palestrato singer Ralph Scheepers. “Devil’s Ground” si presenta come un classico disco di heavy metal, assolutamente in perfetta linea stilistica con le precedenti produzioni della band, senza portare con sé qualche novità a livello di suono e songwriting. Quindi, dall’ascolto di questo bel disco, non c’è da aspettarsi nulla di eclatante: quello che ci viene offerto è solamente heavy metal suonato con un’eccellente abilità tecnica, sincera passione e grinta da vendere. Forse quello che viene a mancare rispetto ai vecchi lavori – facendo soprattuto riferimento a quelle che sono, dal mio punto di vista, le loro migliori release: “Primal Fear” e “Nuclear Fire” – è essenzialmente la freschezza compositiva del primo e la dirompente aggressività del secondo. Il nuovo album è comunque davvero tosto e piacerà sicuramente a tutti i fan della band; i pezzi da cui è composto sono tutti perfettamente assortiti e non mancano i momenti esaltanti. Il primo di questi è senz’ombra di dubbio individuabile nell’opener “Metal Is Forever”, ennesimo omaggio dei nostri verso la causa dell’heavy metal, forte di un bridge e un chorus immediatamente memorizzabili che inizierete a canticchiare senza avere la minima voglia di fermarvi. La seguente “Suicide And Mania” è uno dei pezzi meglio riusciti dell’intero lavoro, grazie ad un altro eccellente refrain e a guitar-solo infiammanti, come nella tradizione dei Fear; con “Vision Of Fate” la band segna un altro punto a proprio favore, consegnandoci un brano caratterizzato da un lavoro chitarristico impressionante e da un ritornello lento e inquietante. “Sea Of Flames” sarebbe un pezzo di ordinaria amministrazione se non fosse per la magica ugola di Scheepers, davvero ispirata, mentre “The Healer” viaggia lento in maniera leggermente ossessiva. “Sacred Illusion” è una canzone robusta ma nel suo insieme abbastanza anonima, con “In Metal” il gruppo compie un lavoro davvero notevole per quel che riguarda le melodie, propinandoci un mid-tempo davvero ben fatto dal mood misterioso. Con “Soulchaser” si torna a picchiare duro e così anche con la coinvolgente “Colony 13”; “Wings Of Desire” nonostante un refrain positivo non incide come dovrebbe, mentre l’ultima canzone (in realtà l’ultimo pezzo del disco è “Devil’s Ground”, ma è solamente parlato), “Heart Of A Brave”, è danntamente potente e trascinante. I Primal Fear del 2004 sono uguali a quelli di sempre: per adesso basta ancora, ma forse in futuro sarebbe meglio introdurre qualche nuova idea…