PRIMITIVE MAN – Scorn

Pubblicato il 15/02/2013 da
voto
7.0
  • Band: PRIMITIVE MAN
  • Durata: 00:39:43
  • Disponibile dal: 31/01/2013
  • Etichetta:
  • Throatruiner Records

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Avranno anche scoperto l’acqua calda, ma poi l’hanno portata a ebollizione e ve l’hanno versata dritta in gola. Ecco il sunto di “Scorn”, immondo debutto degli sludge-doomster americani Primitive Man. Il nome della band è fin troppo evocativo e il titolo del lavoro, in maniera assolutamente complementare, ne amplia il significato in maniera inequivocabile. L’umanità è una merda, una forma di vita regressa e parassitaria da combattere con ogni mezzo, e la sua esistenza strisciante e ripugnante sono le uniche cose a questo mondo che vale la pena trattare. Misantropia irreparabile dunque, nichilismo, ribrezzo, repulsione…. odio. Questi e pochi altri sentimenti affatto lusinghieri della natura umana trapelano da questo album immondo, marcio e completamente tumefatto, assemblato da questa rivoltante band del Colorado, formata tra l’altro da membri passati e presenti di altre band harcore locali quali Clinging To The Trees Of A Forest Fire, Reproacher e Death Of Self. Come si diceva in apertura, la proposta musicale dei Nostri di rivoluzioni ne introduce ben poche, puntando piuttosto sulla trattazione al limite dell’ampiamento morboso di nozioni extreme doom già ampiamente trattate e conosciute, ma qui riproposte in maniera esaltante, con personalità, creatività ed ettolitri di sangue e bile versati per assicurare un risultato finale dall’alto potenziale distruttivo-repulsivo. Si parte dallo stoner-metal misantropico ed occulto degli Electric Wizard (con il concetto di “Legalize Drugs And Murder” ben saldo in traino), si passa ovviamente dagli Eyehategod e dai Buzzov-en e dalla loro nozione concettuale-sonica di uomo-uguale-ratto di fogna da sterminare quanto prima, passando per gli abissi di pessimismo irreparabile di gente malatissima quali Lair Of The Minotaur e Moss, per arrivare infine a lambire i confini di irreparabile e inconsolabile odio e violenza di entità immonde quali Asunder e Corrupted. Insomma, tra paludi soniche malsane e puzzolenti, insopportabili picchi e valli di comatosa depressione doom, e una sottile ma permeante vena black-noise non priva di sparute ma brucianti acceleraziondi crust/d-beat, “Scorn” è senza dubbio un lavoro che farà senza alcuna fatica la felicità degli amanti del doom-sludge più negativo, insulso e carico di odio che si possa concepire.

TRACKLIST

  1. Scorn
  2. Rags
  3. I can't forget
  4. Antietam
  5. Black Smoke
  6. Stretched Thin
  7. Astral Sleep
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