7.5
- Band: PRIMORDIAL
- Durata:
- Disponibile dal: //2002
- Distributore: Self
L’attesissimo come-back dei Primordial, dopo circa due anni di assenza dal precedente e celebratissimo “Spirit The Earth Aflame”, giunge nuovamente per opera dell’ olandese Hammerheart, ed oltre a riconsegnarci ancora una volta una formazione lucida, ispirata e vistosamente maturata dai tempi di quell’ormai distante debutto per Cacophonus nel 1995, “Imrama”, si attesta come uno degli highlights in campo black metal per questo 2002. A voler sottilizzare, la proposta dei Primordial con il tempo ha assunto connotati che esulano dai cliché del classico black metal e ha imparato a tingersi di elementi folk/epic di natura principalmente celtica, uniti ad un gusto ed una sensibilità che non possono non portare alla mente nomi come Candlemass, Sabbat e Bathory del periodo “Hammerheart”/”Twilight Of The Gods”; il metodo compositivo della band, inoltre, si è reso ancor più elaborato e ricercato nelle strutture, arrivando così a comporre brani che superano sovente la soglia dei sette minuti, e che a causa della loro complessità suonano quasi come un rifiuto ad ogni apertura nei confronti del music biz. Brani come “Heretics Age”, “Cast To The Pyre”, “Sons Of The Morrigan”, così come anche lo strumentale “What Sleeps Within”, sono degli splendidi esempi di quale direzione abbiano abbracciato i Primordial nel 2002: evoluzione e progressione stilistica attraverso quegli stessi elementi da sempre incorporati nel loro sound, portati però stavolta ad un ulteriore livello di profondità e spessore artistico. “Storm Before The Calm”, nelle sue sette tracce di sottili visioni intimiste e rime accese di un patriottismo che talvolta si diluisce nella più sincera contemplazione delle bellezze d’Irlanda, ci riconsegna una prova superlativa di Ciaràn MacUillam e compagni, resa ancor più unica e speciale dalla prestazione di un singer, Nemtheanga, che mai come in questa occasione riveste il ruolo di cantore d’Irlanda e dello Spirito Celtico. Da segnalare la produzione di Mags e di quegli Academy Studios che furono in passato teatro di release di Anathema e My Dying Bride (ma anche di Paradise Lost, Cradle Of Filth e dei Death SS “Do What Thou Wilt”-era) e che, guarda caso, riesce ad impregnare i nostri di quello stesso spirito malinconico e decadente che animò le prime release delle suddette band.