7.0
- Band: PROFANAL
- Durata: 00:33:15
- Disponibile dal: /11/2012
- Etichetta:
- Iron Tyrant
I toscani Profanal si inseriscono in pieno in quel filone old school death metal tricolore che, soprattutto ultimamente, si sta facendo segnalare in positivo grazie agli sforzi di realtà come Undead Creep, Phobic, Eroded e Voids Of Vomit, tra i tanti. Come questi colleghi, il gruppo di Livorno a livello stilistico non batte terreni sconosciuti, ma col proprio sound è comunque in grado di convincere e coinvolgere, in virtù prima di tutto di un songwriting che letteralmente va dritto alla giugulare, bypassando qualsiasi tipo di incertezza e calo di intensità. Come approccio al songwriting, sembra quasi di rivedere all’opera i Dismember dell’incompromissorio “Death Metal”, scevri però della componente classic metal in fase solista. Proprio il seminale gruppo svedese, assieme ai cugini Carnage, pare essere il punto di riferimento primario per i ragazzi: ritmiche, suono di chitarra e metriche vocali rimandano infatti con prepotenza alla vecchia formazione di Fred Estby e, in particolare, ai suoi album di inizio e metà carriera. Un’influenza evidente e, a tratti, anche molto ingombrante, ma che i Profanal riescono a gestire evitando di fare la figura del semplice gruppo-clone senza arte nè parte: il riffing gode di un buon brio, le strutture dei brani sono sciolte e incisive e il tutto sprizza di genuinità, rispecchiando totalmente il grande amore che i ragazzi nutrono per questo genere di sonorità. In particolare, troviamo ben riuscite le aperture cadenzate di “Walls Of Agony”, “Torment Of Saturn” e “Conquering Cemeteries”: pare proprio che la band abbia un gran gusto nell’architettura di queste partiture più dure e “crunchy”! In ogni caso, come accennato, è l’intero “Black Chaos” a intrattenere con potenza e verve: dalla suddetta “Walls Of Agony” a “The Bright Light Of Death”, outro strumentale dotato di un riuscito tocco atmosferico. Poco più di mezzora di musica, zero novità, ma anche diverse canzoni gradevoli… meglio di tanti dischi da “domenica pomeriggio fra amici” confezionati dal buon Rogga Johansson in tutti questi anni. Ai Profanal e al loro debutto non ci sentiamo di chiedere di più. Avanti così.