7.0
- Band: PRONG
- Durata: 00:41:50
- Disponibile dal: 06/10/2023
- Etichetta:
- Steamhammer Records
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Non ci sono dubbi su come anche nelle ultime uscite discografiche i Prong abbiano saputo proporci brani adrenalinici e stuzzicanti, e per fortuna “State Of Emergency” conferma la solidità di questa band e le (rare) doti di riffmaker di Tommy Victor.
Tornare a vivere a New York, come sottolineato anche dal titolo di un brano, ha sicuramente influito sulla vita del mastermind, e forse anche sulle sue composizioni, che non cambiano certo pelle in maniera improvvisa, ma mostrano a tratti una maggiore urgenza espressiva. Sono infatti molto allentate le cessioni più melodiche presenti negli ultimi full-length, a favore del ritorno della primeva componente hardcore – come in “Lights Turn Back” e, ovviamente, “Back (NYC)”.
Non mancano comunque tracce i cui ritornelli entrano subito in testa come da tradizione, dall’opener e velocissima “The Descent” a “Non-Existence”, non a caso i due singoli estratti dal disco, passando per “Disconnected”, con quel crescendo adrenalinico tipico di tanti pezzi bomba sfornati nei decenni da Tommy.
Per il resto, con un dignitosissimo supporto da parte di una sezione ritmica nuovamente trasfigurata, c’è il solito, ottimale amalgama di thrash, groove, stop’n’go e ritmiche industrial che hanno fatto la fortuna dei Prong – purtroppo troppo poca in termini di vendite e riscontro, almeno per chi vi scrive.
Chiude tutto una restituzione di “Working Man” dei Rush, piacevole e trasfigurata al punto giusto, in una chiave quasi sludge che ricorda non poco i Corrosion Of Conformity, a conferma del rispetto di Tommy Victor per le proprie radici musicali; anche quando inattese, come testimoniato sia da questo brano, sia da diverse scelte curiose presenti su “Songs Form The Black Hole”, il disco interamente composto da cover uscito qualche anno fa.
È evidente che a trentacinque anni di distanza dall’esordio, Tommy Victor e (variabili) soci non hanno nulla da dimostrare, e probabilmente non torneranno mai più sulla bocca di un pubblico più vasto, come ai tempi d’oro di “Cleansing” o “Rude Awakening”; ma quello che fanno, per citare un noto e irsuto supereroe, lo fanno al meglio.