7.0
- Band: PRONG
- Durata: 00:50:26
- Disponibile dal: 28/07/2017
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Dicevamo in sede di recensione del precedente “X – No Absolutes” come i Prong stiano vivendo a tutti gli effetti una seconda giovinezza, sia in termini di freschezza compositiva che di numero di uscite. Ci troviamo infatti di fronte a un loro nuovo lavoro dopo nemmeno un anno e mezzo e, sebbene non vengano toccati i livelli di eccellenza del succitato full length, “Zero Days” è un lavoro compatto, efficace e che non lascia quel frequente sospetto di b-side avanzate e frettolosamente assemblate. Viene in generale confermata la formula coi brani da tre minuti/tre minuti e mezzo al massimo, e non serve altro a Tommy Victor & soci per conquistarci; la capacità del newyorchese di scrivere riff memorabili è immutata se non migliorata, e mentre il suo lavoro alla chitarra si fa sempre più frenetico, aumenta il gusto catchy delle linee vocali, come evidente in brani come la title-track, la conclusiva “Wasting Of The Dawn” o “Divide And Conquer”. Quest’ultima, sicuramente, uno degli episodi più trascinanti del lotto. E anche quando Tommy si dedica a brevi assoli, il gusto melodico e la ritmica non ne risente affatto. Fa bella mostra di sé in tutto l’album anche l’egregio lavoro dietro le pelli di Art Cruz, confermato dal precedente lavoro, mentre abbiamo un ennesimo volto nuovo al basso; abbiamo avuto già il piacere di vedere Mike Longworth in sede live e pare ben affiatato alla band – ma a memoria siamo a quota dieci bassisti nella storia dei Prong, quindi non affezioniamoci troppo. Tornando al contenuto musicale, non mancano pezzi più lenti e cadenzati, come da recente tradizione (“Blood Out Of Stone”), così come emerge assolutamente anche l’atavica passione per l’hardcore, e basta l’assalto frontale dell’opener “However It May End” per coglierla appieno; ma anche “Forced Into Tolerance” ne è un ottimo esempio, così come rimanda a queste radici il sottotesto generale delle liriche: che senza passare alla lotta sociale tout court non trascura una certa attenzione, almeno metaforica, a determinati temi. Un buon ritorno, insomma, che non delude sotto alcun punto di vista.