8.0
- Band: PROSPECTIVE
- Durata: 00:41:06
- Disponibile dal: 09/03/2018
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Per chi vi scrive, ogni nuovo lavoro di questi ragazzi bolognesi è sempre una piccola fonte di euforia, considerato che il combo felsineo non ha letteralmente mai sbagliato un colpo dalla propria formazione a oggi, infilando un ottimo lavoro dietro l’altro. Conosciamo i Prospective dal 2015, e li abbiamo seguiti nel corso della loro crescita artistica, che li ha visti continuare imperterriti nel proprio processo evolutivo dai timidi vagiti prog djent di “Chronosphere”, passando per il successivo, validissimo “Beyond”, dove i Nostri hanno aggiunto un significativo tassello alla propria idea di musica, riuscendo a declinare il tutto in maniera ricca, fluida e personale, il quale gli ha garantito un certo riscontro a livello locale che li ha portati a dividere palchi anche importanti con alcune tra le band più hyped della scena, come gli australiani Northlane o i britannici Oceans Ate Alaska. Cavalcando questa onda verde, i nostri hanno giustamente deciso di non perdere tempo alcuno, rimboccandosi subito le maniche per mantenere alta l’attenzione e, dopo un anno di duro lavoro, eccoli oggi tornare con un full-length nuovo di pacca, unito ad un look rinnovato, caratterizzato da un’immagine più dark e decisamente meno teen, quasi a simboleggiare il fatidico giro di boa che vede un gruppo di ragazzi oggi finalmente adulti. Rispetto all’ultimo capitolo, questo “Unreal” suona sensibilmente più ragionato nel suo svilupparsi, grazie anche ad un processo di gestazione ben più lungo rispetto al precedente “Beyond”, senza però sacrificare l’immediatezza. Notiamo una band precisa e puntuale, con una disciplina quasi militare nel proporre il proprio djentcore senza compromessi; e come da tradizione, il combo emiliano sembra colpire nel segno. Questa ultima prova dei ragazzi è infatti inattaccabile sotto tutti i punti di vista, dalle le architetture dei pezzi alla modulazione delle melodie, andando verso le strutture ritmiche robuste e graffianti, finendo con l’interessante artwork e la perfetta durata delle tracce e del lavoro nella sua interezza. Pezzi quali “Frames”, con quel suo binomio tra arpeggi e groove a tutto spiano, tessuto su misura per il cantato, orecchiabile e trascinante fino alla fine, oppure “So Far Gone”, primo singolo promozionale della band, dove i nostri pestano un po’ più duro con parti martellanti e urlate, perfetta sintesi del sound di questo album, o ancora la cazzutissima “Back Home” dove i ragazzi mostrano il loro lato più ruvido finora, ed infine la conclusiva “Grasp”, delicata nel suo incedere ma dal ritmo sempre incalzante che investe l’ascoltatore. Decisamente una “Flawless Victory” per questi ragazzi, volendo usare una metafora da Mortal Kombat, che dimostrano ancora una volta di essere una delle realtà più interessanti del panorama contemporaneo dello Stivale.