7.5
- Band: PROTEST THE HERO
- Durata: 00:41:10
- Disponibile dal: /02/2008
- Etichetta:
- Vagrant Records
- Distributore: Self
Con “Fortress” i Protest The Hero si pongono ufficialmente come diretti rivali dei Between The Buried And Me nella conquista del trono di band più stravagante e imprevedibile della scena math/post metal-core. Già con il debut “Kezia” il gruppo canadese aveva fatto parlare un bel po’ di sè, ma è con questo nuovo “Fortress” – che presenta un sound ulteriormente metallizzato e tecnico – che i nostri lanciano definitivamente la sfida ai loro più celebri colleghi. Sia subito chiaro che “Fortress” non raggiunge i livelli qualitativi di un “Colors”, tuttavia i Protest The Hero sembrano proprio essere sul punto di farla grossa. Ascoltando il CD si ha infatti più o meno la stessa sensazione avuta all’ascolto di “Alaska” dei BTBAM… ovvero quella di essere al cospetto di una band preparatissima e personale, che deve solo limare alcune cose per riuscire a esplodere una volta per tutte. D’altronde, con un cantante come Rody Walker – uno che non avrebbe alcuna difficoltà a cantare per gruppi fra loro diversissimi come Muse, The Dillinger Escape Plan e Labyrinth – sarebbe facile quasi per qualunque band farsi notare. Ma, come ovvio, è anche la musica a convincere: il sound dei Protest The Hero è infatti oggi più che mai una sorta di progressive metal dreamtheateriano riletto in una chiave ultra frenetica, che a livello di impatto e strutture molto deve ai grandi nomi della scena math-core. Musica nervosa e cangiante come poche altre, che però ha la notevole peculiarità di risultare sempre squisitamente orecchiabile e armoniosa. Merito soprattutto delle linee vocali del suddetto Walker, quasi sempre limpide e squillanti, ma anche di un gusto melodico raffinato e seducente, che spesso guarda più a certo rock che al metal. Purtroppo a volte i nostri si lasciano un po’ troppo trasportare dalla voglia di strafare, cosa che produce dei brani forse esageratamente scomposti. Si prenda, ad esempio, “The Dissentience”: dopo circa tre minuti il brano propone un’apertura melodica di una bellezza disarmante, la quale però viene praticamente troncata sul più bello e sostituita da una sezione del tutto diversa. Insomma, i Protest The Hero dovrebbero a volte mettere da parte la loro verve progressiva e cercare di dare un po’ più di respiro e continuità alle canzoni. E’ soprattutto sotto questo aspetto che i BTBAM sono più avanti rispetto ai cinque ragazzi canadesi. Tracce più lunghe come “Bone Marrow” e “Palms Red” fanno comunque già ben sperare per un futuro perfezionamento, perciò non è il caso di crucciarsi troppo. La band è giovanissima, diamole ancora un po’ di tempo e ne vedremo davvero delle belle.