
4.5
- Band: PSYCHOTOMY
- Durata: 00:30:38
- Disponibile dal: 30/11/2015
- Etichetta:
- The Spew Records
- Distributore: Andromeda
Spotify:
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Piatto. “Antinomia” degli Psychotomy purtroppo è così: piatto. Il gruppo, partito da territori thrash nel 2010 e proiettatosi in seguito nella brutalità del death metal tramite un demo edito nel 2011 e il primo ep “Transcend The Absolution” del 2012, è ad oggi incapace di infondere tutta la grinta, il carattere, la personalità che servirebbero a farsi apprezzare nel sovra-saturo panorama estremo nazionale ed internazionale. Il terzetto veneto, per due terzi al femminile, pecca di scarsità di idee e di un’esecuzione abbastanza sciatta e priva di mordente, oltre che di una confezione inadatta a far deflagrare quel minimo di impatto che la band avrebbe da offrire. Cominciando appunto da quest’ultimo aspetto, rileviamo scelte di produzione piuttosto discutibili, che nel tentativo di donare una sporcizia di fondo dal sapore punk/d-beat al death metal primitivo della formazione hanno finito per affossare, in prima battuta, qualsiasi sfumatura del lavoro di chitarra. Le sei corde sono ridotte a un pastone informe, non emergono in bastardaggine e follia omicida nelle parti più veloci e non hanno neppure adeguato peso specifico e appeal durante gli andamenti groovy, dove dovremmo sentirci schiacciati da ritmiche corpose e claustrofobiche, e invece sentiamo soltanto ‘grattare’ confusamente con poca incisività. Male anche il suono di batteria, alquanto legnoso e sordo, con il rullante a coprire fastidiosamente tutti gli altri strumenti, voce compresa. Soltanto la prova vocale di Lory meriterebbe un contesto diverso, il suo growl cavernoso e gutturale raggiunge discrete vette di brutalità e, nonostante non denoti un’espressività di prima categoria, la growler fa il suo con mestiere e genuina attitudine, vomitandoci addosso ogni sorta di atrocità e malessere. Anche dimenticandosi i difetti formali della registrazione, non riusciamo a trovare veri elementi di interesse in questa release: le canzoni sono banali, non ci sono riff di rilievo che possano determinare in positivo le sorti dei pezzi, c’è poca cognizione nell’alternanza delle ritmiche e delle metriche vocali e anche limitandosi a pestare come forsennati senza alcun’altra ambizione che quella di fracassare il cranio al prossimo, gli Psychotomy non mettono a segno un colpo che sia uno. “Antinomia” avrebbe l’ardire di unire la marcia essenzialità del primo death americano e svedese, Entombed e primi Death su tutti, a un marcato tocco hardcore, riscontrabile nei pallidi movimenti ai limiti del breakdown di cui quasi tutte le tracce sono infarcite: peccato che le buone intenzioni rimangano tali, non vi è stato da parte del gruppo un grande sforzo per canalizzare al meglio le già poche risorse disponibili e il risultato finale denuncia quindi una povertà contenutistica allarmante. Insomma, c’è da ripartire dai fondamentali, rimboccarsi le maniche e articolare meglio ogni aspetto della propria musica, partendo da una volontà distruttiva a tutto campo in “Antinomia” soltanto intuita. Per adesso, la sufficienza è lontana.