PSYCROPTIC – As The Kingdom Drowns

Pubblicato il 03/12/2018 da
voto
7.5
  • Band: PSYCROPTIC
  • Durata: 00:34:54
  • Disponibile dal: 07/11/2018
  • Etichetta:
  • Prosthetic Records
  • Distributore: Audioglobe

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Il settimo album in studio degli Psycroptic arriva a tre anni di distanza dal loro omonimo ultimo lavoro. I quattro australiani della Tasmania si sono guadagnati, con sudore e fatica, un seguito di pubblico discreto per essere una realtà technical thrash-death, sebbene, a detta di molti, meriterebbero molta più visibilità. Da qualche album a questa parte, in effetti la band ha iniziato un lento e costante processo di definizione sonora, accomodandosi sempre di più su lidi tutto sommato più accessibili, grazie a un utilizzo mirato e strategico di elementi melodici. Questo aspetto, unito ad una buona capacità di songwriting, hanno fatto sì che la band acquisisse sempre più seguito. I pezzi degli Psycroptic sono, da sempre, basati esclusivamente su un lavoro di chitarra tortuoso, frenetico, al contempo preciso e tagliente, e proprio questo riffing dal suono così crudo, è diventato un po’ il trademark della band. “As The Kingdom Drowns” non si differenzia sotto questo aspetto, anche se i brani in questa occasione risultano più completi sotto diversi punti di vista. In primo luogo questi hanno assunto un piglio più coinvolgente, crediamo grazie anche ad una produzione più variegata e adatta ai vari momenti dei singoli brani, mentre in passato un suono molto omogeneo finiva talvolta per togliere slancio agli spunti melodici. A tal proposito, pollice in su anche per le aperture melodiche, coerenti col percorso intrapreso e incastrate davvero bene per regalare ampio respiro ai pezzi, spesso alternate a momenti più cadenzati che ben spezzano la cascata di note che piove ad ogni fraseggio di chitarra.
Certo, l’imprevedibilità (che ci aspetta da una band di questo genere), e la varietà di soluzioni ritmiche non sono mai stati gli elementi distintivi dei diavoletti della Tasmania, ma ciò non toglie che questo disco sia particolarmente ispirato e riuscito e possa vantare alcuni tra i brani più interessanti del loro repertorio. Il brano di apertura “We Were The Keepers”, ad esempio, così adrenalinico e catchy, oppure la stessa title track ,con i suoi bei rallentamenti e le sue teatrali aperture melodiche.
Un album che farà la gioia dei fan della band e che, per certi aspetti, pare essere il punto di arrivo sonoro per un gruppo che ha trovato una sua dimensione definitiva.

TRACKLIST

  1. We Were the Keepers
  2. Frozen Gaze
  3. Directive
  4. Deadlands
  5. As the Kingdom Drowns
  6. Beyond the Black
  7. Upon These Stones
  8. Momentum of the Void
  9. You Belong Here, Below
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