7.5
- Band: PSYCROPTIC
- Durata: 00:38:33
- Disponibile dal: 05/08/2022
- Etichetta:
- Prosthetic Records
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Chi possiede una memoria (o un’età) di lungo raggio, ricorderà sicuramente gli esordi scoppiettanti degli Psycroptic nei primi anni Duemila, capaci sin dai primi lavori (ma soprattutto dall’ingresso in formazione di Jason Peppiatt alla voce con “Symbols Of Failure”) di destare grande interesse intorno alla loro proposta, un complicato e ben ponderato meccanismo a base di death metal ultra-tecnico dall’anima irrefrenabile e vorticosa. Nel corso dei venti anni successivi, la band australiana ha poi dimostrato di essere tutto tranne che un effimero fuoco di paglia, rimpolpando la propria discografia con lavori sempre interessanti e capaci in realtà di sviluppare secondo diverse sfumature il loro meccanico scheletro stilistico. In questo senso, “Divine Council” raggiunge oggi una sorta di zen tra le direzioni intraprese nel tempo dal gruppo, tornando con una sincera convinzione agli straripanti assalti chitarristici dei primi tempi e coniugandoli con momenti dall’apparenza più pacata e riflessiva. Aprire con “Rend Asunder” rappresenta sicuramente una discreta prova di coraggio, visto il carattere irrefrenabile che i fratelli Haley sprigionano alla chitarra e alla batteria in un sincronismo degno dei vecchi tempi, quando ecco che “A Fool’s Errand” raddoppia il carico intessendo delle trame ancora più intricate su cui si snoda potente la voce di Peppiatt, coadiuvato nel reparto vocale dall’amico Jason Keyser degli Origin, che colora ulteriormente lo spettro vocale occupato dal cantante principale. Il passaggio verso atmosfere più soffocanti avviene graduale attraverso “This Shadowed World”, ancora imperniata sui veloci fraseggi di Haley, prima di esplodere nel momento più epico del disco contenuto in “Enslavement”. Senza esagerare in presenza ed arrangiamenti, il brano si arricchisce di un sottile substrato sintetico che dona eleganza e maestosità, ma pronto anche a prendere pieghe più minacciose ed oscure in “A Prophet’s Council” e “Awakening”, gli episodi dove l’indole sperimentale del gruppo prende le sue note migliori. “A Fragile Existence” torna a cercare ancora le sue intense ispirazioni nel passato meno recente del gruppo, prima che “Exitus” concluda il percorso in una perfetta armonia tra le componenti che hanno animato senza sosta le nove canzoni dell’album. Giunti all’ottavo album in carriera, gli Psycroptic dimostrano non solo di ricordare, ma di possedere ancora con vigore lo stesso entusiasmo verso la creazione di nuova musica, nonché la consapevolezza nel cercare dei diversivi che non risultassero invasivi o fuori posto, quanto piuttosto dettagli delicati capaci di aumentare la profondità dei brani. “Divine Council” è un lavoro rilasciato insomma da una macchina techno-thrash/death oliata alla perfezione e per niente arrugginita, capace di sfornare ancora qualche assalto micidiale.