8.5
- Band: PUNKREAS
- Durata: 00:39:43
- Disponibile dal: 15/03/1995
- Etichetta:
- TVOR On Vinyl
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Se negli anni ’70 il punk nel Belpaese a è un genere pressoché sconosciuto, l’esplosione di Sex Pistols e Clash nel ’77 accende i riflettori su queste sonorità anche da noi, dando vita a diverse correnti (da Bologna a Torino passando per Milano e Pordenone) che troveranno la loro massima espressione nell’hardcore italiano degli anni ’80. È così che, quando il punk rock californiano trova la via delle classifiche grazie a “Dookie” e “Smash” anche l’Italia si fa trovare pronta, con una scena tricolore che alla fine degli anni ’90 vede protagonisti Shandon, Persiana Jones, Porno Riviste, Derozer, Prozac + e molti altri. Decani del genere sono però i Punkreas, fattisi notare a livello underground prima con il demo “Isterico” (1990) e poi con il debutto “United Rumors Of Punkreas” (1992), anche se la definitiva consacrazione arriva tre anni dopo con “Paranoia E Potere”, capace di vendere più di cinquantamila copie con un’etichetta indipendente (la T.V.O.R., etichetta della fanzine “Teste Vuota Ossa Rotte”) ma soprattutto di tramandare una serie di anthem ancora oggi attuali. L’apertura con “Falsi Preoccupati” mette subito in chiaro il sound dei Punkreas con rullante/cassa di Mastino in perfetto stile hardcore melodico, il basso di Paletta in primo piano nel mix squisitamente analogico, il riffing di Noyse e Flaco con brevi incursioni soliste e soprattutto le liriche taglienti di Cippa, rigorosamente in lingua madre – ad esempio in pezzi come “L’Orologio”, “Cadena Perpetua”, “Aidid” o “Marte”, brani che se registrati da Ryan Green e cantati in inglese sarebbero rientrati a pieno titolo tra i classici Epitaph dell’epoca. L’ingresso nella hall of fame degli anni ’90 è però dato da tre brani, in heavy rotation tanto nelle discoteche rock quanto nelle cassettine dell’epoca (l’equivalente delle odierne playlist): se “Tutti In Pista” è divenuto un classico senza tempo anche per i suoi testi pseudo-rivoluzionari (“Dal mattino e fino alla sera/disonora lo stato e brucia la bandiera”), ancora più clamoroso è il successo di “Aca Toro”, con le sue ritmiche in levare e quella melodia spagnoleggiante che chiunque sia andato a scuola negli anni ’90 si è trovato almeno una volta a canticchiare. Ritmiche ska sono anche quelle di “Sfratto” mentre “La Grande Danza” si spinge fino al ballo liscio da balera, anche se l’altro instant-classic è senza dubbio “La Canzone Del Bosco”, sorta di filastrocca dove il bassista/corista Paletta è protagonista assoluto dietro al microfono per una metafora (‘civetta VS barbagianni’) divenuta un simbolo per una generazione che voleva sentirsi ‘diversa’. Il futuro vedrà la formazione di Parabiago maturare a livello compositivo, lirico e produttivo (a partire da “Pelle”, primo album non registrato in presa diretta), ma l’urgenza e la genuinità di “Paranoia e Potere” ne fanno ancora oggi il disco più apprezzato dai fan, una sorta di “Smash de noartri” che, proprio come il suo equivalente americano, ha aperto le porte a tutto quanto è venuto dopo.