6.5
- Band: PYRAMAZE
- Durata: 00:47:53
- Disponibile dal: /01/2006
- Etichetta:
- Massacre Records
- Distributore: Audioglobe
Diciamolo subito: sotto l’aspetto formale questo “Legend Of The BoneCarver” di sicuro soddisferà tutti coloro che sono rimasti delusi dalleultime prove dei Queensryche, “Operation: Mindcrime II” compreso. Laband capitanata dal chitarrista Michael Kammeyer e dal singer LanceKing infatti propone la stessa miscela di progressive ed heavy che fecela fortuna di Geoff Tate e soci vent’anni fa, solo leggermente adattataai giorni nostri, con una componente power più accentuata. Poche righesopra parlavamo di aspetto formale: i Pyramaze, infatti, non sempreriescono ad unire alla perfezione dell’esecuzione il feeling chesemplicemente traboccava dai lavori dei ‘Ryche. Certo, è un piacereseguire gli arabeschi delle chitarre in “The Birth”, oppure la vocesplendida di King nella power ballad “She Who Summons Me”, che nonavrebbe sfigurato su “Promised Land”. Ma è altresì vero che, doponumerosi ascolti, il lavoro risulta troppo uniforme e piatto, diqualità medio-alta, ma incapace di arrivare a picchi emotivi degni dinota. Poche anche le variazioni sul tema: su una struttura heavy prog avolte si inseriscono arrangiamenti sinfonici (il chorus di “What LiesBeyond”) o compare una partitura di carattere celtico (“Bring BackLife”) che non aggiunge comunque nulla al lavoro. Il concept che sicela dietro l’album è abbastanza semplice: in sostanza si tratta dellasolita contrapposizione tra bene e male. Il “Bone Carver” in questioneè un personaggio che ha la possibilità di resuscitare coloro che sonomorti combattendo il male praticando delle incisioni sulle loro tombe.Le performance dei singoli musicisti sono a dir poco strepitose, conuna nota di merito per Lance King che, seppure a volte pecchi un po’ dimancanza di potenza, ha una voce cristallina e duttile che lo rende unodei migliori emuli del grande Geoff Tate. Tutto ciò non basta a fare di”Legend Of The Bone Carver” un capolavoro, tuttavia la band è riuscitaa costruire un lavoro interessante, anche se troppo freddo per colpirenel segno. Ad ogni modo questo album ci consegna un gruppo da tenereassolutamente sott’occhio.