
7.5
- Band: PYRE
- Durata: 00:41:03
- Disponibile dal: 27/04/2020
- Etichetta:
- Memento Mori
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Ad oltre un lustro dal debut album – “Human Hecatomb”, pubblicato nel tardo 2014 – i death metaller russi Pyre si rifanno sentire con un capitolo discografico nel quale, tenendo fede alle proprie intuizioni originarie, esplorano vari meandri del death metal di estrazione classica, trovando un convincente compromesso tra irruenza e atmosfere più ricercate. Il vecchio death metal svedese, con le sue chitarre slabbrate e le ritmiche dritte e senza fronzoli, e un afflato melodico luciferino e trascinante sono cardini attorno ai quali ruota questa proposta che condensa la significativa esperienza dei musicisti coinvolti e la loro passione per queste sonorità. Il palpitante incedere di “Chained to Ossuaries” è spesso simile ad una danza tanto frenetica quanto calibrata, un duello incentrato sull’esibizione di forza e fierezza, ostentazione e dinamica che portano all’attenzione dell’ascoltatore tanto le partiture più feroci e lineari, quanto le armoniose tessiture mostrate nei midtempo. Come accennato, la base del sound del terzetto di San Pietroburgo è uno swedish death metal accostabile a Dismember o Interment, tuttavia l’energia e il magnetismo che vengono sprigionati negli episodi più accesi rimandano alla carica mefistofelica di Repugnant e Degial, per un risultato finale che si rivela più oscuro e tagliente di tanto death metal vecchia scuola di recente produzione. Capitolo a parte risulta invece la titletrack, canzone maggiormente controllata in cui le melodie risultano particolarmente ammalianti e dove le sfumature notturne arrivano a ricordare gli ultimi Vanhelgd.
Tante formazioni old school di nuova generazione optano per una veemenza ad oltranza che spesso rischia di diventare caricaturale: i Pyre, invece, pur non confezionando nulla di davvero sofisticato, in questo loro secondo album dimostrano di avere un discreto talento nel modulare la furia sonora con intuizioni melodiche e passaggi che si prestano a essere ricordati. “Chained to Ossuaries” è dotato di un certo carattere e coloro che seguono con attenzione questo particolare filone non faticheranno a notarlo.