8.5
- Band: QUARTZ
- Durata: 00:38:00
- Disponibile dal: 19/09/1980
- Etichetta:
- MCA Records
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Le origini dei Quartz risalgono intorno alla prima metà degli anni Settanta, benchè inizialmente si chiamassero Bandy Legs e sotto questo moniker avessero anche pubblicato un singolo. Quando arriva tuttavia nel 1976 il contratto con la Jet records, il manager Robert Fowler (che in passato era stato anche responsabile della promozione alla EMI), suggerisce loro di cambiare nome: nascono così ufficialmente i Quartz.
Va evidenziato, inoltre, come la band fosse originaria di Birmingham, e questo non è un fattore di poco conto. Infatti, si tratta della stessa città da cui provengono i Black Sabbath, e storicamente c’è sempre stato un certo legame tra le due band. Legame che, grosso modo, inizia nel momento della scelta di Albert Chapman come tour manager, avendo quest’ultimo lavorato proprio con la band di Iommi; Iommi che non a caso finirà per co-produrre, insieme a Chris Tsangarides, il loro omonimo esordio del 1977 (e non dimentichiamo che successivamente farà parte dei Quartz anche Geoff Nichols, tastierista per tanti anni del Sabba Nero).
Nel 1980, dunque in piena NWOBHM, fu la volta del secondo album, “Stand up and Fight”. Forse anche per il fatto di essere sulle scene già da qualche anno, i Quartz furono tra le band di punta del movimento, almeno nella sua fase iniziale. In verità, il loro sound risultò da subito molto particolare, proprio grazie alla presenza di elementi discesi dallo stile dei Black Sabbath, gruppo al quale – come abbiamo appena accennato – furono in qualche modo sempre legati, e che emergono, ad esempio, in brani plumbei come “Charlie Snow”, “Rock ‘n’ Roll Child” o “Wildfire”; allo stesso tempo, i Quartz rimangono però ancora legati ad una tradizione hard rock tipicamente britannica, che aveva assimilato elementi blueseggianti e che trovava i propri capisaldi soprattutto nel rock/blues dei primi Led Zeppelin: di questo ne costituiscono prova episodi come “Can’t Say No to You”, “Revenge” o “Questions”.
Uno degli aspetti che più ha saputo rendere grandi i Quartz sta proprio nell’essere riusciti a far coesistere queste influenze senza però, parallelamente, rimanere immuni all’ondata heavy metal che all’inizio degli anni Ottanta travolse l’Inghilterra. E di heavy c’è tanto nel sound dei Quartz, visto che le loro canzoni abbondano di riff prettamente metallici e di sonorità che verranno riprese di lì a breve da un numero sterminato di band, che da loro trarranno ispirazione: la voce graffiata del compianto Mike Taylor (scomparso nel 2016 e qui alla sua ultima prova con il gruppo), la chitarra dirompente di Mick Hopkins, gli ipnotici giri di basso di Derek Arnold e i ritmi potenti di Malcolm Cope creano tutt’oggi un mix di grande effetto e s’incastrano con assoluta maestria e perfezione al songwriting messo in campo.
Da evidenziare il fatto che nelle varie ristampe è presente un’autentica chicca, perchè è stato inclusa come bonus track “Circles”, un out-take del primo album (inizialmente inserita come lato B del singolo “Stocking Up The Fires Of Hell”), nella quale compaiono in veste di guest addirittura Ozzy Osbourne ai cori e Brian May dei Queen, il quale suona un assolo di chitarra. “Stand up and Fight” è certamente un gran disco di heavy ottantiano e – a maggior ragione in questi tempi di revival e di riscoperta di certe sonorità – risulta quanto mai apprezzabile, facendosi (ri)ascoltare con estremo piacere: un lavoro senz’altro seminale, da annoverare tra i pilastri della NWOBHM.