7.0
- Band: QUEENS OF THE STONE AGE
- Durata: 46:04
- Disponibile dal: 25/08/2017
- Etichetta:
- Matador
- Distributore: Universal
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Se non tutti sono d’accordo sulla qualità di quanto proposto ultimamente da Mr. Homme, in pochi saranno quelli che metteranno in discussione le idee di marketing che il musicista californiano sta portando avanti con i suoi Queens Of The Stone Age negli ultimi anni. Con “Villains” ancora una volta l’aspetto di immaginario e di artwork risulta essere ancora una volta accattivante come il precedente “..Like Clockwork”, sempre curato dal visual artist Boneface, ma in maniera ancora esponenziale: ricordiamo la presentazione dell’album alla stampa in una escape room a Milano, organizzata magistralmente, in cui gruppi di giornalisti si sono ritrovati a dover ascoltare l’album mentre risolvevano enigmi a tema per disinnescare un ordigno sovietico nelle camere dell’edificio, in compagnia degli indizi lasciati da Homme. Se poco infatti era stato il tempo per poter assaporare l’album in quell’occasione, è sicuramente dopo diversi ascolti che il nuovo “Villains” potrà ridestare profondo sollievo nei confronti della nuova creatura targata QOTSA, pur rimanendo di fatto un album di immediata ricezione. Ottima infatti la doppietta introduttiva di “Feet Don’t Fail Me” e il singolo “The Way You Used To Do”, reminescente sicuramente dell’evoluzione della band di Homme e dell’esperienza dell’ultimo “Post Pop Depression” di Iggy Pop. La ritrovata verve rock’n’roll vintage sembra ancora essere efficace (anche se rivolta ad un impatto più immediato e forse meno ricercato di quella che poteva essere nel precedente “..Like Clockwork”), resa ancora più immediata e pungente. Suonano decisamente serie le parole di Homme sul New York Times: “For this record, it was like, man, we should risk our own reputations. We should take our old sound and screw it over”. La produzione a cura del britannico Mark Ronson (pluripremiato soprattutto per “Back To Black” di Amy Winehouse) risulta nuovamente degna dei più alti livelli di impatto radiofonico per un album rock e i musicisti coinvolti danno ancora una volta prova mirabile di cosa voglia dire suonare musica rock in questo periodo storico. Il singolo “The Evil Has Landed” riporta ai fasti zeppeliniani, riportati in auge da sentori moderni e resi ancora efficaci dalla performance delle parti in gioco. Tra i migliori risultati di “Villains” sicuramente si può trovare la suadente “Un-Reborn Again”, amplificata dalla prova sonora sopraffina di Dean Fertita e Michael Shuman, “Head Like A Haunted House”, dove la freschezza delle chitarre assume connotati esaltanti, e come sicuramente essenziale è l’ultima “Villains Of Circumstances”, dove il songwriting americano prende possesso del lotto di canzoni precedenti e le trasporta nei territori cinematografici tanto cari a questa sessione immaginifica di Homme: ” It’s so hard to explain, and easy to feel / I need you now, nothing is real / Save me from the villains of a circumstance / Before I lose my place”. Il settimo album della formazione capitanata da Homme, senza far urlare al miracolo, non deluderà sicuramente le aspettative che sono ormai legate indissolubilmente al nome Queens Of The Stone Age. La coppia di chitarre Van Leuween/ Homme, le tastiere di Fertita, la produzione di Ronson e la coppia ritmica Theodore/ Shuman sono la carta vincente per il progetto Queens Of The Stone Anno Domini 2017, risultando essere perfettamente in linea con quello che il loro frontman vuole portare avanti, e cioè una band rock’n’roll autentica che possa ancora portare a gran voce la bandiera di genere, questa volta senza grossi smottamenti, sperimentazioni, illuminazioni o innovazioni, ma mantenendo il percorso del precedente lavoro, rendendo il tutto ancora più ballabile e godereccio. Solo riff catchy e ritmiche perfettamente oliate all’interno di questo nuovo “Villains”: album ‘di mestiere’ e di professionisti che riesce ancora a trovar ampia fortuna e meritato consenso. E non solo a livello radiofonico.