5.0
- Band: QUEENSRYCHE
- Durata: 00:53:22
- Disponibile dal:
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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Trent’anni di Queensryche. Un compleanno importante per una band altrettanto fondamentale che nel corso di questi tre decenni ha saputo conquistare un posto d’onore nell’olimpo della musica dura, toccando l’apice con il monumentale trittico composto da “Operation: Mindcrime”, “Empire” e “Promised Land”, vere opere d’arte ancora oggi considerate la massima espressione dell’heavy metal colto ed irraggiungibile. Trent’anni in cui Geoff Tate compagni hanno vissuto e toccato con mano anche momenti di incertezza e difficoltà, sempre superati con grande orgoglio e passione. “Dedicated To Chaos” si pone come un ulteriore ostacolo sulla strada della band di Seattle, che dopo il buon “American Soldiers” aveva riacceso il fuoco nel cuore dei fan. Proprio dal caos prendono spunto i nuovi brani, assemblati senza un filo conduttore concreto e condivisibile, poco omogenei ed eccessivamente infarciti di sperimentazioni. Le iniziali “Get Started” e “Hot Spot Junkie” si distinguono grazie alla loro anima rock, solida la prima, più intima e passionale la seconda. Con gli episodi successivi iniziano le sperimentazioni, dalle atmosfere funky di “Got It Bad” all’anonima ed insipida “Around The World”. Su “Higher” Tate e compagni si sbizzarriscono a suon di sax, fino ad arrivare al decadimento simil pop di “Wot We Do”. La grande classe di Geoff Tate, sempre teatrale ed incisivo nell’interpretazione dei suoi testi, non riesce da sola a ribaltare le sorti di brani che si dimostrano troppo sperimentali ed astratti per far breccia nel cuore dei fan. Inutile negarlo, “Dedicated To Chaos” non rende per nulla onore al trentesimo compleanno dei Queensryche, perché già a metà ascolto la delusione prende il sopravvento e la voglia di spegnere il lettore cd diventa difficile da reprimere. Non sarà certo questo passo falso a far perdere la nostra fiducia nel quintetto di Seattle, che più di una volta ha saputo risorgere dalle proprie ceneri, ma rimaniamo speranzosi nell’attesa di un prossimo disco che li riscatti.